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Pil 2013, dopo il ricalcolo dell'Istat resta invariato a -1,9%

22 settembre 2014 | 13.13
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I tassi di variazione del Prodotto interno lordo per gli anni recenti hanno, invece, subìto revisioni molto contenute secondo i nuovi criteri europei. La pressione fiscale si riduce: -0,5% lo scorso anno. Il dato del debito pubblico passa da 132,6% a 127,9% mentre il deficit è risultato -2,8% (era pari a -3%). Industria, fatturato in calo: a luglio male sia sul mercato estero che su quello interno

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)

Resta invariato, -1,9%, il dato del pil 2013 dopo il ricalcolo dell'Istat secondo i nuovi criteri europei. Ai prezzi di mercato è stato pari a 1.618.904 milioni di euro correnti, con una riduzione dello 0,6% rispetto all'anno precedente. In volume il Pil è diminuito dell'1,9%. Rispetto ai dati diffusi a marzo 2014, calcolati sulla base del Sec 95, spiega l'Istat, il livello del Pil nominale per l'anno 2013 è stato rivisto al rialzo del 3,8%. I tassi di variazione del Pil per gli anni recenti hanno, invece, subìto revisioni molto contenute. In particolare, il tasso di variazione del Pil in volume del 2013 è risultato identico a quello stimato a marzo 2014; quello relativo al 2012 è stato rivisto al rialzo da -2,4% a -2,3%.

Per effetto del processo di revisione straordinaria, il livello del Pil ai prezzi di mercato è aumentato, rispetto alla stima diffusa precedentemente, in tutti e tre gli anni: di 58.911 milioni di euro per il 2011, di 61.092 per il 2012 e di 58.880 per il 2013 (con tassi di rivalutazione rispettivamente del 3,7%, del 3,9% e del 3,8%). Dal lato delle componenti della domanda, la revisione verso l'alto ha riguardato sia i consumi finali, sia gli investimenti fissi lordi, mentre entrambe le componenti dell'interscambio con l'estero sono state riviste verso il basso. Il tasso di variazione del Pil a prezzi correnti è stato rivisto al rialzo per gli anni 2011 e 2012 (rispettivamente +0,3 e +0,1 punti percentuali) e al ribasso per l'anno 2013 (-0,2 punti percentuali rispetto alla stima precedente). Il tasso di crescita del Pil in volume è stato rivisto in crescita rispetto alle stime precedenti di 0,2 punti percentuali per il 2011 e di 0,1 punti percentuali per il 2012. Per il 2013 la revisione del tasso di crescita del Pil è stata nulla.

Con il nuovo calcolo invece l'Istata rivede invece al ribasso deficit e debito. Il deficit/pil 2013 è risultato pari a -2,8%, mentre la stima pubblicata ad aprile scorso, definita in base ai criteri del Sec 95, era pari a -3%. L'avanzo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) espresso in rapporto al Pil risulta ora del 2,0%, con una revisione al ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima in vecchio Sec. La rivalutazione del Pil ha portato a un miglioramento del rapporto indebitamento netto/Pil, rispetto alle stime diffuse il 23 aprile 2014, di 0,2 punti percentuali per il 2011 e per il 2013; per il 2012 il rapporto resta invariato. In valore assoluto l'indebitamento netto si riduce di 1,9 miliardi nel 2011 e di 2,0 miliardi nel 2013; aumenta di circa 1,3 miliardi nel 2012. La pressione fiscale, si riduce nei tre anni considerati, rispettivamente di 0,9, 0,8 e 0,5 punti percentuali rispetto a quella stimata in precedenza.

Il dato del debito pubblico 2013 si attesta al 127,9% del Pil: era al 132,6% secondo il vecchio sistema di calcolo.

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