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Lavoro: Martone, più equità con indennizzo legato ad anzianità

23 settembre 2014 | 16.51
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Ex viceministro del lavoro ritiene la riforma un passo avanti nella giusta direzione ma avverte: servono risorse per arrivare ad un vero ammortizzatore sociale universale.

Michel Martone
Michel Martone

La riforma del lavoro "muove nella direzione giusta. Cerca di dare una scossa al mercato e dà un segnale forte a livello europeo, in un momento in cui la crisi torna a farsi sentire in maniera dura e i conti sono messi a rischio dalla crescita che non arriva". E' il giudizio espresso all'Adnkronos dall'ex viceministro del Lavoro Michel Martone. In questo senso, spiega, l'intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha evidenziato la necessità di scelte coraggiose e non ideologiche, "guarda all'Unione Europea" e alla necessità di rappresentare "la volontà di riforme del Paese".

Nel merito della proposta avanzata dal Governo, "il contratto a tutele crescenti va nella giusta direzione e può sostituire efficacemente molti dei contratti precari oggi esistenti". Anche se, avverte il giuslavorista, "non servirà a superare l'apartheid che c'è nel mercato del lavoro, se non nell'arco di dieci anni". Quanto al reintegro, "va tenuto per tutti i casi di licenziamento discriminatorio". Negli altri casi, invece, "può essere tolto". E il pregio della riforma, che secondo Martone "migliora l'impostazione di quella Fornero", è quello di "ricondurre il risarcimento ad una misura ragionevole: mentre prima era commisurato alla durata del processo e nella legge Fornero veniva indicato solo un tetto, ora viene commisurato all'anzianità di servizio, un criterio più equo visto che l'indennizzo cresce proporzionalmente al legame crescente con l'azienda".

Ma non c'è solo l'articolo 18. Anzi, secondo Martone, è indispensabile andare oltre. "Non vorrei che si facesse l'errore di indicare la luna e guardare il dito, ponendo in secondo piano i veri problemi del mercato del lavoro: da un lato, quelli legati al mancato funzionamento dei servizi per l'impiego e delle politiche attive, visti anche i risultati deludenti del piano Garanzia Giovani; dall'altro, l'estensione degli ammortizzatori sociali". Martone evidenzia infatti come sia "importante trovare le risorse necessarie, perché non si può introdurre un ammortizzatore universale a costo zero".

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