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Def, Padoan: "Pil -0,3% e deficit al 3% nel 2014. Vincoli Ue pienamente rispettati"

30 settembre 2014 | 21.35
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Il ministro dell'Economia al termine del Cdm: "Il governo continua a fare uno sforzo considerevole sulla via della crescita e della stabilità". Istat: in terzo trimestre prevista nuova flessione del Pil

 (Infophoto)
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Il quadro economico risulta "fortemente deteriorato", con il deficit 2014 in salita al 3% e il pil al -0,3%. Il debito sarà al 131,7 quest'anno. Le stime della nota di aggiornamento al Def presentate dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, dopo il via libera del Cdm, tratteggiano uno scenario a tinte fosche per quest'anno con il deficit al limite della soglia Ue e il pil in territorio negativo. Il tutto corredato da un nuovo slittamento del pareggio di bilancio: al 2017.

"L'aggiustamento sarà più lento dello 0,5% perché secondo noi siamo in circostanze eccezionali", ha detto Padoan. "L'economia è molto deteriorata" rispetto al def precedente, dunque "rallenta l'aggiustamento del saldo". Alias il "pareggio strutturale a partire dal 2017", ha spiegato. In ogni caso "gli obiettivi nel medio termine sono gli stessi con una modulazione diversa", ha aggiunto. "Noi stiamo rispondendo in modo soddisfacente alle richieste" di Bruxelles. "Abbiamo inviato Def alla Commissione Ue", ha detto, spiegando che invece il 15 ottobre verrà inviata la legge di stabilità sulla quale poi l'Ue "esprimerà sua valutazione". Su questo ci "sarà il normale dialogo con Bruxelles, nel solco collaborazione con la Commissione uscente e la Commissione entrante", ha detto, osservando che "al momento ci confrontiamo con il doppio dei commissari...".

Quanto al prossimo anno il pil si attesterà al +0,6%, mentre il deficit scenderà appena sotto il 3%, "al 2,9% del pil". "I vincoli chiesti dall'Europa vengono viene pienamente rispettati", ha osservato Padoan. Resta alto il debito: al 131,7% nel 2014 e al 133,4 nel 2015.

Intanto nella Legge di stabilità "ci sarà la conferma degli 80 euro, il rafforzamento del taglio del cuneo fiscale delle imprese, importanti risorse per gli ammortizzatori sociali in senso lato, che permetteranno di dare ulteriore spinta alla riforma del mercato del lavoro", ha affermato il titolare di via XX settembre.

Sul fronte dei nuovi ammortizzatori sociali arriveranno "da un insieme di voci, dalla spending review, da misure dal lato delle entrate, che non significa maggiori imposte ma efficientamento delle entrate, tax expenditure per intenderci e dall'utilizzazione dei margini di bilancio". Nessuna cifra precisa però "ma pensiamo che sia sufficiente ad avviare in maniera efficace la riforma del mercato del lavoro", ha sottolineato.

Di certo sul fronte dei conti pubblici "il governo continua a fare uno sforzo considerevole sulla via della crescita e della stabilità", ha affermato Padoan.

L'avanzo primario, secondo il Def, sarà all'1,7% del pil nel 2014 e al 2,3% nel 2015.

Intanto le stime sulla disoccupazione restano alte: al 12,6% quest'anno, al 12,5 il prossimo. Privatizzazioni inoltre inferiori alle attese, ovvero lo 0,7% del Pil, "ma recupereremo l'anno prossimo'' ha assicurato Padoan.

E sulla spending review ha assicurato: "Continuerà e sarà approfondita".

Istat: in terzo trimestre prevista nuova flessione Pil - L'indicatore composito dell'Istat "è in rallentamento, suggerendo una nuova flessione del Pil nel terzo trimestre dell'anno". E' l'indicazione fornita dall'Istat nella sua Nota Mensile in cui si evidenzia come "l'attuale fase di debolezza del ciclo economico è attesa proseguire anche nel terzo trimestre". Questa "fase di debolezza ciclica dell'economia italiana - si legge ancora - si accompagna al rallentamento dell'area euro".

"Il deterioramento dei ritmi produttivi - aggiunge l'istituto - riflette la carenza di domanda interna che colpisce soprattutto gli investimenti. Negli ultimi due mesi, la fiducia delle imprese italiane è arretrata sui valori di inizio anno, con perdite più marcate nei settori dei servizi". "Tuttavia - conclude l'Istat - il deprezzamento del cambio dell'euro verso il dollaro porterebbe ad una ripresa delle esportazioni".

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