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Draghi: "Ripresa perde slancio". Tensione a Napoli per corteo anti-Bce

02 ottobre 2014 | 13.55
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La Banca centrale europea lascia i tassi invariati al minimo storico. Il numero uno: "Inflazione ancora bassa nei prossimi mesi, ma pronte nuove misure non convenzionali". Milano chiude a -3,92%. Lanciati petardi contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con gli idranti: fermato un dimostrante, era riuscito a scavalcare il muro del parco. L'incontro di Napolitano con il consiglio direttivo dell'Eurotower

Draghi:

La Bce lascia i tassi invariati al minimo storico. E' quanto ha deciso il consiglio direttivo dell'Eurotower al termine della riunione di Napoli. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali resta quindi allo 0,05%, quello sui depositi overnight a -0,20% mentre quello per il rifinanziamento marginale resta allo 0,30%.

"I dati di fino settembre indicano un indebolimento del ritmo di crescita e dello slancio della ripresa economica nell'area dell'euro. Nel 2015 si dovrebbe registrare una ripresa moderata", ha affermato nel corso del suo intervento al termine del Consiglio direttivo il presidente della Bce, Mario Draghi. Insomma restano "rischi al ribasso" sulla crescita e riferimento è soprattutto alla lentezza nell'attuazione delle riforme strutturali.

Dopo quattro trimestri di moderata espansione, osserva il presidente della Bce, il pil in termini reali dell'area dell'euro "è rimasto invariato tra il primo e il secondo trimestre di quest'anno". I dati delle indagini congiunturali disponibili fino a settembre "confermano l'indebolimento della dinamica di crescita nell'area dell'euro, pur rimanendo coerenti con una modesta espansione economica nella seconda metà dell'anno". Guardando al 2015, "continuano a sussistere le prospettive per una moderata ripresa nell'area dell'euro; occorre tuttavia seguire con attenzione i fattori e le ipotesi principali che delineano questa valutazione", osserva Draghi aggiungendo che "è probabile che la disoccupazione elevata, la cospicua capacità produttiva inutilizzata, il perdurare di un tasso di variazione negativo dei prestiti bancari al settore privato e gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato continuino a frenare la ripresa".

L'inflazione "resterà su livelli bassi nei prossimi mesi" mentre ci sarà "un aumento graduale nel 2015 e 2016". In ogni caso "il Consiglio direttivo ha assunto un impegno unanime sull'utilizzo di misure non convenzionali" in caso di persistente bassa inflazione.

Intanto partiranno a metà ottobre gli acquisti di covered bond da parte della Bce mentre quelli di Abs inizieranno nel quarto trimestre del 2014, ha annunciato Draghi. La loro durata sarà di due anni così da portarli "in linea con i Tltro", i prestiti mirati appena varati dall'Eurotower. "Questi acquisti - ha aggiunto - avranno un impatto notevole su nostro bilancio e rafforzano la nostra forward guidance". "Le nuove misure potranno sostenere le aspettative di ancorare l'inflazione vicino all'obiettivo del 2%".

Poi l'invito a Paesi dell'area dell'euro a "non distruggere i progressi già compiuti e procedere con le norme previste dal Patto di stabilità". I Paesi dell'area, dice chiaramente Draghi, "non dovrebbero vanificare i progressi già conseguiti, ma procedere in linea con le regole del Patto di stabilità e crescita". Ciò dovrebbe riflettersi nei documenti programmatici di bilancio per il 2015 che i governi si accingono a presentare, in cui "daranno seguito alle rilevanti raccomandazioni specifiche per Paese". Il patto, evidenzia il presidente della Bce, "dovrebbe rimanere l'àncora della fiducia nella solidità delle finanze pubbliche, e la flessibilità consentita nell'ambito delle regole dovrebbe permettere ai governi di far fronte agli oneri di bilancio connessi a grandi riforme strutturali, di sostenere la domanda e di realizzare una composizione delle politiche di bilancio più favorevole alla crescita". In sostanza, "la piena e coerente applicazione dell'attuale quadro di sorveglianza macroeconomica e dei conti pubblici dell'area dell'euro è indispensabile per ridurre gli elevati rapporti debito/PIL, aumentare la crescita potenziale e rafforzare la capacità di tenuta dell'area agli shock".

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