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De Margerie, una vita nel petrolio per il nipote di Taittinger

21 ottobre 2014 | 15.30
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Diplomato dall'Escp, ha trascorso 40 anni nel gruppo petrolifero francese che ha raggiunto nel 1974. 'Big Moustache', come veniva sopranominato per i suoi folti baffi, ha 'rivoluzionato' il gruppo succedendo a Desmarest

Christophe de Margerie (Foto Infophoto)
Christophe de Margerie (Foto Infophoto)

Una vita nel petrolio per Christophe de Margerie, il presidente e direttore generale di Total, morto ieri sera in un incidente aereo all'aeroporto Vnukovo di Mosca. Nipote di Pierre Taittinger, fondatore della prestigiosa Maison de Champagne, de Margerie ha trascorso quarant'anni nel gruppo petrolifero francese che ha raggiunto nel 1974. Diplomato dall'Escp, la scuola superiore di commercio di Parigi, de Margerie, come spesso amava raccontare, entra nel gruppo "soltanto perché era l'azienda la più vicina a casa sua".

Dopo i primi passi nella direzione finanziaria di Total, de Margerie viene nominato direttore generale di Total Medio Oriente nel 1995 prima di approdare in seguito al comitato esecutivo del gruppo. Nel 1999 diventare direttore generale Exploration & Production, diventando rapidamente il successore designato del presidente e direttore generale dell'epoca, Thierry Desmarest. Nel 2007 viene nominato direttore generale di Total e nel 2010 presidente e direttore generale del gruppo.

Coriaceo, ostinato, furbo, iperattivo (dormiva solo 3-4 ore) e con un grande senso dell'umorismo, 'Big Moustache' come veniva sopranominato per i suoi folti baffi, ha 'rivoluzionato' il gruppo succedendo a Desmarest, un dirigente che si era contraddistinto per freddezza e scarsa comunicazione. De Margerie, infatti, è tutto il contrario: buongustaio, grande viaggiatore, il patron di Total in gioventù avrebbe voluto fare il pilota di auto, una passione che ha sempre continuato a coltivare.

Con de Margerie, Total è entrato nel top 10 dei gruppi mondiali. Con 'Big Moustache' alla guida e grazie ai contratti in Iraq, Iran, Russia, Libia, Qatar, Nigeria e Birmania, il gruppo è riuscito ad aumentare riserve petrolifere del gruppo aggiudicandosi importante licenze esplorative. Ha puntato miliardi di dollari sulla produzione di olio pesante in Venezuela, sulle sabbie bituminose in Canada e sul gas naturale liquefatto nel Golfo. Nonostante il contesto internazionale è riuscito ad aggiudicarsi contratti 'difficili' come quello di South Pars, in Iran, il sito offshore di gas naturale del golfo persico e a mantenere la presenza di Total in Birmania malgrado l'obbrobrio mondiale. Visionario, de Margerie è stato uno dei primi 'petrolieri' ad investire nel solare. Il suo ultimo obiettivo sembrava quello di riuscire a convincere il governo francese di puntare sullo sviluppo del shale gas.

Messo sotto inchiesta nella vicenda 'oil for food' in Iraq, de Margerie, nel 2013, viene assolto. Nel dicembre 2006 il patron Total subisce un fermo di più di 24 ore per una vicenda di corruzione presunta in Iran. Una vicenda, questa, che dovrebbe arrivare a processo questo autunno.

L'ultima tappa della sua lunga carriera è stata, ieri sera, la riunione dedicata agli investimenti esteri in Russia con il premier russo, Dmitri Medvedev. Qualche ora prima dell'urto, alle 23.57, del suo Falcon-50 con uno spazzaneve nell'aeroporto Vnukovo di Mosca.

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