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Industria: è sorpasso, Exor scalza Eni da podio Italia

23 ottobre 2014 | 17.19
LETTURA: 6 minuti

Complice il calo del barile, il Cane a Sei Zampe perde dopo dieci anni il primato nella classifica delle principali società industriali italiane stilata dall'Ufficio Studi Mediobanca.

Fiat e Chrysler hanno dato vita a FCA,  di cui Exor è primo azionista.
Fiat e Chrysler hanno dato vita a FCA, di cui Exor è primo azionista.

Complice il calo dei prezzi del greggio, Eni perde il podio delle principali società industriali italiane. A scalzarla è Exor che, malgrado la creazione di Fca con il passaggio all'estero della sede, è a tutt'oggi una società di diritto italiano. Il sorpasso delle auto sul petrolio è la maggiore novità della classifica delle Principali società italiane per fatturato, stilata come ogni anno dall'Ufficio Studi di Mediobanca, giunta alla sua 49esima edizione.

La classifica fa parte di un'indagine stilata in base ai bilanci 2013 di 2.467 imprese dell'industria e dei servizi con almeno 50 mln di euro di fatturato, ma il sorpasso è avvenuto nel primo semestre del 2014, in cui Exor ha realizzato vendite per 58,1 mld di euro, contro i 56,6 mld dell'Eni, penalizzata dalla flessione dei prezzi del petrolio dovuta, tra l'altro, al calo della domanda globale e all'aumento della produzione con tecnologie innovative come la fratturazione idraulica (fracking).

Altra novità, per la prima volta dal 1989-90, Exor torna a superare la soglia dei 300mila dipendenti (306mila), con una distribuzione geografica però molto diversa rispetto al passato, che riflette l'espansione internazionale del gruppo: oggi lavora in Italia il 26% della forza-lavoro, contro l'80% di fine anni Ottanta. La classifica 2013, comunque, vede ancora Eni al primo posto, con 114,7 mld di ricavi (-9,8% sul 2012; il prezzo del greggio in dollari nel 2013 è calato del 2,6%, dopo il +0,3% del 2012 e il +40% del 2011), davanti a Exor a 113,7 mld (+2,8%), a un'incollatura dal Cane a Sei Zampe.

Mediobanca, Enel si conferma terza, vince chi va e cresce all'estero

Se il sorpasso venisse confermato anche nel 2014, Eni perderebbe un primato che conservava da dieci anni. Al terzo posto si piazza Enel, come nel 2012, con 78 mld di fatturato. A fine 2013, comunque, i soli ricavi di Fiat (86,8 mld) erano superiori a quelli della società elettrica, un fatto che non accadeva dal 2007. Ai primi posti dell'industria italiana sono società diverse tra loro, che però hanno un tratto in comune: con modalità differenti, si sono allargate sui mercati esteri (Fiat con l'acquisizione di Chrysler, e non solo; Enel con Endesa; Eni è per sua natura una multinazionale, non disponendo l'Italia di riserve sufficienti di idrocarburi).

L'espansione all'estero come driver per la crescita è un tratto che emerge anche in altri punti del rapporto, come per le 'perle nascoste', le società dinamiche. In quarta posizione si attesta il Gse, società pubblica che compra e vende energia elettrica, con 34,3 mld, davanti a Telecom Italia, quinta con 22,9 mld (-20,6%, anche per la programmata cessione di Telecom Argentina).

Finmeccanica si conferma sesta con 16 mld, mentre Edison sale al settimo posto, dal nono, con 12,33 mld, superando la Esso Italiana (-8,7% di vendite), ottava, prima della Edizione dei Benetton, che perde una posizione e nella quale ormai l'abbigliamento conta solo per 13% dei ricavi. In decima posizione si trova Saras (11,1 mld), seguita dalle Poste Italiane, undicesime, malgrado la flessione del 2,6% dei ricavi, a 9,4 mld.

Mediobanca, Poste Italiane sesto gruppo Italia con attività assicurative

Se ai ricavi postali e finanziari si sommassero anche i premi assicurativi del gruppo (13,2 mld), Poste sarebbe il sesto gruppo italiano del 2013, con 22,6 mld di ricavi, davanti a Finmeccanica. Poste Vita è infatti il terzo polo assicurativo nazionale dopo Generali e Unipol, mentre il Banco Posta sarebbe l'ottava banca italiana per provvista da clientela (44 mld), davanti a Mediobanca.

In dodicesima posizione si colloca Kuwait Petroleum, mentre Erg esce dalla top 20 e scende in 22esima posizione dopo la cessione di Isab alla russa Lukoil. Ferrovie dello Stato è tredicesima, in recupero di tre posizioni, mentre Luxottica si piazza quattordicesima, con ricavi da 7,3 mld (era diciassettesima l'anno prima). Anche per il gruppo guidato da Leonardo Del Vecchio, che ha indicato ieri il nuovo co-Ceo Adil Mehboob-Khan, realizza oltre l'80% dei ricavi all'estero.

Quindicesima è Prysmian, l'ex Pirelli Cavi, poi cresciuta acquistando l'olandese Draka, mentre al sedicesimo posto con vendite per 6,2 mld sale la Supermarkets Italiani di Bernardo Caprotti (Esselunga), che era diciottesima (nel 1996 era 29esima; ha scalato in media due posizioni ogni tre anni). Da notare che le cooperative a marchio Coop, escluse dalla classifica perché non sono società per azioni, considerate come aggregato fatturano 11,3 mld, cifra che farebbe guadagnare loro la decima posizione.

Mediobanca, attività italiane dei Mulliez (Auchan e Decathlon) a 7,5 mld

TotalErg si piazza diciassettesima, da quindicesima, seguita da Pirelli, diciottesima da ventesima, e da Ge Italia Holding, la ex Nuovo Pignone, unica new entry del 2013, che guadagna dieci posizioni grazie al notevole aumento di fatturato (+39,9%) dovuto all'ampliamento del perimetro di consolidamento (Sondex e Ge Avio). Chiude la top 20 A2A, con fatturato in calo del 14,2%, in ventesima posizione (era diciannovesima). Esce dalla classifica Riva Fire, che era undicesima nel 2011, con vendite superiori a 10 mld di euro.

Non entrano in classifica perché la holding è una società di diritto estero alcune importanti realtà industriali attive nel nostro Paese, come il gruppo Tenaris della famiglia Rocca (8 mld di fatturato nel 2013, sarebbe dodicesimo), parte del gruppo Techint, fondato a Buenos Aires da Agostino Rocca, uno dei padri della siderurgia italiana, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sono fuori anche St, joint venture pubblica italofrancese, e il gruppo Ferrero, controllato dalla lussemburghese Ferrero SA, con 8,1 mld di fatturato nel 2013 (2,7 mld in Italia).

Inoltre, le attività italiane del gruppo francese Lactalis della famiglia Besnier, che ha rilevato Parmalat, hanno toccato nel 2013 i 6,7 mld, facendone il secondo gruppo alimentare italiano dietro Ferrero, mentre le attività italiane di Whirlpool e Indesit/Fineldo hanno toccato i 3,9 mld, trentunesime e le prime nel 'bianco'. Infine, gli interessi italiani della famiglia francese Mulliez, con i marchi Auchan-Sma, Decathlon, Leroy Merlin, Brico Center e Bricoman) toccano i 7,5 mld, fatturato che li collocherebbe in 14esima posizione.

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