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Dolce e Gabbana assolti in Cassazione dall'accusa di evasione fiscale: "Il fatto non sussiste"

24 ottobre 2014 | 17.41
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La Corte d'appello di Milano il 30 aprile scorso aveva inflitto ai due stilisti 1 anno e sei mesi di reclusione. Secondo l'accusa avevano nel 2004 avevano creato una società ritenuta fittizia in Lussemburgo, la Gado, per ottenere vantaggi fiscali

Stefano Gabbana  e Domenico Dolce (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Stefano Gabbana e Domenico Dolce (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

La Cassazione ha assolto Domenico Dolce e Stefano Gabbana, gli stilisti ai quali la Corte d'appello di Milano il 30 aprile scorso aveva inflitto 1 anno e sei mesi di reclusione per evasione fiscale.

In particolare, la Terza sezione penale ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d'appello di Milano del 30 aprile 2014. Agli stilisti veniva contestata la presunta evasione fiscale che sarebbe stata realizzata, secondo l'inchiesta, con una 'estero-vestizione', vale a dire la creazione nel 2004 di una società ritenuta fittizia in Lussemburgo, la Gado, per ottenere vantaggi fiscali.

Il tema di fondo della questione fiscale ruotava appunto attorno al fatto se la società era stata costruita artificiosamente all'estero o se si poteva ritenere che la Gado avesse una ragione d'essere con una effettiva operatività all'estero. E' la seconda volta che la Cassazione si esprime sulla questione: nel novembre 2011 aveva annullato i proscioglimenti accordati. Ora la decisione di annullare senza rinvio la sentenza di condanna.

In particolare, la Cassazione ha assolto gli stilisti Dolce e Gabbana con formula piena "perché il fatto non sussiste". Assoluzione anche per altri imputati, vale a dire per il commercialista Luciano Patelli (secondo l'accusa era l'ideatore di tutta la struttura ed era stato condannato ad un anno e sei mesi), per l'amministratrice delegata Cristiana Ruella e Giuseppe Minoni (un anno e due mesi). Diversa la formula adottata da piazza Cavour per il fratello dello stilista, Alfonso Dolce, manager del gruppo, nei confronti del quale la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza d'appello (1 anno e due mesi) per intervenuta prescrizione del reato. Annullate anche le statuizioni civili.

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