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Mezzogiorno sempre più povero, persi oltre mezzo mln di posti tra il 2008 e il 2013

28 ottobre 2014 | 10.50
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A lanciare l'allarme è la Svimez: la disoccupazione corretta sarebbe del 31,5%. In 5 anni hanno perso il posto più di mezzo milione di persone. Fiscalità di compensazione, rilancio degli investimenti e una politica industriale nazionale specifica sono alcune delle proposte. Legge di stabilità, scontro Renzi-sindacati. Il premier: "Nessuno pensi di trattare"

(foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Un Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013) e a non fare figli (lo scorso anno ci sono stati più morti che nati). Un Sud dove la popolazione continua a impoverirsi, con un aumento del 40% di famiglie povere nell'ultimo anno, perché manca il lavoro: in 5 anni nel Mezzogiorno hanno perso il posto più di mezzo milione di persone. Sono alcuni dati che emergono dal Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2014 presentato oggi al Tempio di Adriano a Roma.

Il quadro è drammatico: l'industria continua a soffrire di più con -53% di investimenti in cinque anni di crisi, -20% gli addetti; i consumi delle famiglie crollano di quasi il 13% in cinque anni; gli occupati arrivano a 5,8 milioni, il valore più basso dal 1977 e la disoccupazione corretta sarebbe del 31,5% invece che il 19,7%.

Tra il 2008 e il 2013 delle 985mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro, si sottolinea, ben 583mila sono residenti nel Mezzogiorno. Nel Sud, pur essendo presente appena il 26% degli occupati italiani si concentra il 60% delle perdite determinate dalla crisi. Nel solo 2013 sono andati persi 478mila posti di lavoro in Italia, di cui 282mila al Sud. La nuova flessione riporta il numero degli occupati del Sud per la prima volta nella storia a 5,8 milioni, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni; il livello più basso almeno dal 1977, anno da cui sono disponibili le serie storiche basi di dati.

Il mercato del lavoro italiano continua comunque a deteriorarsi: ancora nel primo trimestre 2014 il Sud ha perso 170mila posti di lavoro rispetto all'anno precedente, contro -41mila nel Centro-Nord. A fronte di una quota di occupati pari a circa un quarto dell'occupazione complessiva, tra il primo trimestre del 2013 e il primo trimestre del 2014 l'80% delle perdite di posti di lavoro in Italia si è concentrata al Sud.

Fiscalità di compensazione, rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud sono alcune delle proposte di policy che la Svimez avanza nel Rapporto. Di fronte all'emergenza sociale con il crollo occupazionale e a quella produttiva, con il rischio di desertificazione industriale, serve una strategia di sviluppo nazionale centrata sul Mezzogiorno con una "logica di sistema" e un'azione strutturale di medio-lungo periodo fondata su quattro drivers di sviluppo tra loro strettamente connessi in un piano di "primo intervento": rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un'ottica mediterranea, valorizzazione del patrimonio culturale.

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