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Landini: "Governo non rappresenta interessi dei lavoratori. Noi non ci fermiamo"

02 novembre 2014 | 15.07
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Il segretario generale della Fiom rispetto all'ipotesi che il Jobs Act possa passare anche alla Camera senza modifiche. E sottolinea: "Esecutivo non ha la fiducia del Paese". Sciopero generale della Fiom a novembre. Si mobilitano anche i Cobas

Maurizio Landini (Foto Infophoto) - HUBIMAGES
Maurizio Landini (Foto Infophoto) - HUBIMAGES

"Gli interessi dei lavoratori non sono rappresentati". Né dal Governo, né dal Pd. Lo dice, a in ½ Ora, il leader della Fiom Maurizio Landini, facendo riferimento al Jobs Act e, più in generale, alla politica economica.

"Gli interessi delle persone che per vivere devono lavorare e che in questo Paese sono ancora la maggioranza non sono oggi l'interesse generale di questo Paese e non sono dentro alle politiche del Governo", sottolinea Landini. E non sono dentro alle politiche del Pd: "Allo stato attuale mi pare proprio di no perché il segretario del Pd è anche premier. Le sue politiche non stanno andando verso più tutele, più diritti, meno precarietà, un rilancio degli investimenti", rileva il leader della Fiom.

"Il governo può mettere le fiducie che vuole ma noi non ci fermiamo", sottolinea poi Landini aggiungendo: "La fiducia che il governo ha in Parlamento, nel Paese non ce l'ha".

Il leader della Fiom precisa anche di non volere scendere in politica: "Io voglio continuare a fare il sindacalista, voglio però che sia chiaro che a me di fare la minoranza non me ne frega proprio nulla. Voglio rappresentare le persone". E per cambiare un Paese "lo devi governare, non devi stare all'opposizione".

Io "voglio unire il mondo del lavoro, raccogliere fiducia sulla mia piattaforma, voglio cambiare le politiche di questo governo", dice ancora Landini indicando la strada che vuole seguire ed evidenziando che il presidente del Consiglio, "mai eletto dal popolo per fare quel mestiere", contro il lavoro "non va da nessuna parte".

"A noi - sottolinea Landini - non interessa fare l'opposizione. Abbiamo fatto delle proposte su tutti i temi perché bisogna fare politiche economiche e sociali diverse e aprire un confronto e un conflitto con l'Ue, far ripartire gli investimenti, combattere la precarietà. Chi è d'accordo con queste posizioni le sostenga: noi ci vogliamo battere e non vogliamo qualcuno che ci rappresenta". "Vogliamo conquistare un tavolo, un confronto, che oggi il Governo ci nega perché siamo dei soggetti rappresentativi. L'unico modo per far cambiare idea all'esecutivo è dimostrargli, a differenza di quello che pensa, che noi abbiamo la maggioranza dei consensi e che contro il lavoro lui non va da nessuna parte".

ART.18 - "Il premier, Matteo Renzi, ha fatto una scelta, rimettendo al centro l'articolo 18, che tende a riaprire un conflitto nel Paese", ha sottolineato Landini.

AST - "Il problema per me non sono i poliziotti che erano in Piazza ma chi gli ha dato l'ordine di andare in assetto anti sommossa". Coì il leader della Fiom tornando sugli incidenti dei giorni scorsi a Roma in occasione del presidio dei lavoratori dell'Ast di Terni davanti all'Ambasciata tedesca. "Noi in quella piazza -sottolinea Landini- siamo stati aggrediti e non a caso abbiamo avuto dei feriti. Noi non abbiamo alzato un dito. Abbiamo evitato che succedessero casini e problemi. Abbiamo manifestato e abbiamo impedito che degenerasse la situazione. Mi assumo la responsabilità di avere garantito anche l'ordine pubblico", sottolinea. "Io -spiega- voglio essere garantito dalla Polizia di poter manifestare. Io pago le tasse per garantire che ci siano anche degli organi della Polizia che applicano anche i principi della costituzione dentro il quale c'è anche il mio diritto di poter manifestare democraticamente e non di essere colpito".

CONFINDUSTRIA - "Il Governo si è messo d'accordo con Confindustria e Confindustria deve sapere che se segue la linea dei licenziamenti, della riduzione dei salari non avrà vita facile perché noi non ci fermeremo", dice Landini ricordando che lo sciopero generale di 8 ore della Fiom sarà articolato con due manifestazioni: "Una a Milano il 14 novembre che riguarderà il Nord e il Centro-nord e una a Napoli il 21 novembre che riguarderà il Sud e il Centro-sud".

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