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Birra e pizza

09 novembre 2014 | 16.22
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Secondo una ricerca Doxa Assobirra per il 36% il legame è indissolubile. E il maestro pizzaiolo Arletto avverte: "Non è vero che l'abbinamento sia difficilmente digeribile, basta che siano servite correttamente"

Birra e pizza

Il 36% degli italiani quando mangia una pizza non prescinde dalla birra è quanto emerge da una ricerca Doxa/AssoBirra ma molti sono convinti che l’abbinamento sia difficilmente digeribile. Luoghi comuni da sfatare anche a tavola, "leggende metropolitane". Parola di Pino Arletto, maestro pizzaiolo. L’importante infatti, oltre a servire la birra nel modo corretto, e quindi con la schiuma, è assicurarsi della qualità della pizza.

Bisogna ricordarsi di 5 regole fondamentali. In primo luogo la lievitazione deve essere lunga almeno 24 ore, in questo modo otterremo una pizza buona e digeribile. Poi, quando prepariamo una pizza o la ordiniamo in pizzeria, bisogna verificare che la farina abbia un indice di qualità medio alto (w280), ovvero un ricco contenuto proteico, che darà all’impasto una maglia glutinica forte e, quindi, più elasticità.

Il condimento deve essere equilibrato e gli ingredienti utilizzati non eccessivamente umidi, altrimenti avremo una pizza acquosa. Per esempio, basta avere l’accortezza di scegliere pomodori pelati e fiordilatte sgocciolati. La pizza deve essere fragrante e al tempo stesso croccante: per questo è fondamentale la mano del pizzaiolo per una spianatura dolce e in punta di dita. E poi la cottura, che deve durare fino all’imbrunimento. Se troppo lunga si rischia una pizza secca, al contrario una resa umida. Bruciarla è un peccato, per il gusto come anche per la salute.

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