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Uil: Angeletti lascia, Barbagallo candidato leader sindacato

10 novembre 2014 | 16.05
LETTURA: 3 minuti

Pronti allo sciopero generale ma da Cgil nessuna fuga in avanti

Carmelo Barbagallo, candidato leader Uil
Carmelo Barbagallo, candidato leader Uil

Angeletti lascia ufficialmente la guida della Uil e Carmelo Barbagallo, già segretario generale aggiunto dal gennaio scorso, si appresta a diventare il nuovo leader della confederazione di via Lucullo. La candidatura al vertice, emersa dopo una lunga consultazione della base, arriva al termine del Consiglio confederale che ha accolto la scelta di Angeletti di rimettere il mandato. L’'incoronazione' ufficiale avverrà invece al termine del XVI Congresso della Uil, convocato dal 19 al 21 novembre prossimo, quando il nuovo Consiglio confederale eletto dall’assise voterà, seduta stante, il nuovo leader.

Intanto la Uil spinge l'acceleratore sulla protesta: in assenza totale di risposte sul pubblico impiego, la riforma del lavoro, le pensioni e il fisco il sindacato è pronto allo sciopero generale ed invita la Cgil a non fare fughe in avanti. "Senza risposta su nulla siamo pronti allo sciopero generale ma lo vorrei decidere insieme a Cisl e Cgil. Ed è per questo che spero mercoledì, nel direttivo, la Cgil non decida la data della mobilitazione annunciata ma che si possa avviare un percorso insieme", dice Barbagallo che da appuntamento alla Cgil e alla Cisl, al prossimo congresso del sindacato che si aprira' il 19 novembre prossimo a Roma. Sarà in quella sede, con ogni probabilita', che sara' fatto l'ultimo 'monitoraggio' sulle risposte dell'esecutivo e verra' presa una decisione di mobilitazione o meno. Nel caso invece che dal governo arrivassero risposte parziali, su alcuni temi e non su altri, la Uil sarebbe pronta a proporre uno sciopero generale "limitato" a quelle categorie rimaste fuori dai provvedimenti dell'esecutivo.

Due comunque i temi che la Uil che uscirà dal XVI congresso, dal titolo evocativo "Lavoro, voglia di riscatto", metterà a fuoco nei prossimi 4 anni: una rilettura della riforma contrattuale che spinga molto sulla contrattazione aziendale e in alternativa su quella aziendale o territoriale e il completamento della riforma organizzativa del sindacato. Due fronti importanti, spiega il leader uscente Luigi Angeletti, che rispondono sia al momento di crisi del Paese che alla domanda di sindacato ancora molto diffusa nonostante il dramma della disoccupazione. E immancabili, a questo proposito, le polemiche con il premier, Matteo Renzi, 'allergico' ai sindacati.

"Nonostante la crisi i numeri hanno certificato che tra i lavoratori esiste una seria, vera, incomprimibile domanda di partecipazione", gli risponde il leader uscente della Uil, Luigi Angeletti. "Non siamo liquidi ne vogliamo 'liquidare' la base dei lavoratori che rappresentiamo. I lavoratori dipendenti resteranno la nostra forza ma quello che dobbiamo fare e' il contrario di quello che ci chiede la politica e cioè dobbiamo allargare la nostra capacita' di rappresentanza", aggiunge. E questo perché, "il sindacato e' l'unico strumento che riduce la frantumazione sociale". La Uil dunque, conclude, "non lascerà' i tipici per gli atipici ma li sommerà", conclude.

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