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Formazione: Manageritalia linka giovani e lavoro

22 novembre 2014 | 13.38
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Presentati ieri sera all’Istao di Ancona i risultati del Progetto Vivi 5 giorni da manager, che ha messo 19 giovani universitari in azienda a fianco di un dirigente. Il progetto, promosso da Manageritalia, Federmanager, Università Politecnica delle Marche e Istao vuole migliorare conoscenza e accesso dei giovani nel mondo del lavoro.

Formazione: Manageritalia linka giovani e lavoro

Diciannove i giovani che hanno partecipato, 14 le aziende che hanno aderito, 95 le giornate totali di esperienza vissuta a contatto con i manager. In tutto quasi 800 ore di affiancamento tra giovani e manager. Sono questi i numeri della prima edizione di Vivi 5 giorni da manager, i cui risultati sono stati presentati ieri sera all'Istao di Ancona.

E' toccato ad alcuni giovani e manager raccontare in diretta "l'esaltante esperienza", in quella che è parsa la cronaca di un reality. Perché, più che i numeri, sono le esperienze, di cui i giovani hanno già fatto tesoro, che contano. Si tratta di 11 ragazzi e 8 ragazze, selezionati accuratamente dai corsi di Ingegneria ed economia dell’Università Politecnica delle Marche pronti a sperimentare sul campo nozioni studiate per anni solo in teoria. I giovani, dopo una giornata di formazione presso Istao, hanno iniziato la primavera scorsa a curiosare, assorbire come spugne e dare il massimo per essere per 5 giorni l’ombra del proprio manager, scelto tra i dirigenti associati a Manageritalia e Federmanager.

"Non è il primo progetto di questo tipo – dice Guido Carella, presidente Manageritalia –, ne abbiamo già fatti altri in altre regioni d’Italia. Ma è quello dove la sinergia tra tutti gli attori Università, Scuole di formazione, Associazioni dei manager è stata massima. Proprio lavorare insieme tutti è la chiave per dare risposte al Paese facilitando l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, evitare l’espulsione dei meno giovani e riprendere a crescere nei settori ad alto valore aggiunto".

"L’esperienza – dice Paolo Moscioni, presidente Manageritalia Ancona e Marche – è stata straordinaria per i giovani, per i manager e per tutti noi che l’abbiamo voluta e realizzata. Ci ha insegnato che collaborando possiamo far veramente funzionare in sinergia i nostri anelli, quello dell’Università, di ISTAO, di Manageritalia e Federmanager e quindi delle aziende e dei manager, che fanno parte di quella stessa catena che deve formare i giovani, farli entrare nel mondo del lavoro, gestirli, farli crescere e continuare a formarli come tutti gli altri lavoratori. Nel 2015 replicheremo Vivi 5 giorni da manager, ma faremo molto di più, perché insieme possiamo fare tanto per il territorio. Vorrei che arrivassimo a fare almeno 30 giorni all’anno di contaminazione tra Università e mondo del lavoro, con docenti e studenti e imprenditori, manager e lavoratori che “collavorano”, lavorano collaborando, negli snodi base del lavoro e della competitività oggi".

"Diversamente da quanto accade in generale in Italia, nella nostra regione – afferma Giuliano Calza, Direttore Generale Istao e presidente Aidp Gruppo Marche – si verifica una diminuzione della propensione delle imprese ad inserire figure specialistiche e tecniche. Si sta assistendo ad una riduzione della richiesta di scolarità intesa come assunzione di laureati e diplomati. Mi preme però sottolineare che già dal 2014 un laureato su 3 è di difficile reperimento (34,4%) e che una volta entrati in azienda 8 laureati su 10 (80,7%) avranno bisogno di ulteriore formazione con corsi interni o esterni alle imprese. Infatti, le imprese sentono, e sentiranno sempre più, la necessità di inserire figure preparate nel proprio organico e questo è l’impegno di Istato la cui missione è, da sempre, quella di formare persone autonome, capaci di pensare liberamente e diventare i leader di domani".

"L’originalità del progetto – dice Gian Luca Gregori, prorettore Università Politecnica delle Marche – si esprime in tre parole chiave: timing (anticipare il contatto fra domanda e offerta di lavoro), esperienza (verificare le attitudini e le aspirazioni dello studente portandolo sui luoghi di lavoro) e perseguimento della “terza missione” dell’Università, cioè ricerca, didattica e rapporto con le imprese e il territorio".

Ma torniamo a quanto avvenuto, alla cronaca del reality, sentendo i protagonisti. Come Manuel, che ha vissuto l'esperienza di una grande raffineria, l’Api di Ancona, seguendo ogni passo di Monica Mais, direttore tecnologico d'impianto, tra riunioni, incontri con l'amministratore delegato, azioni da intermediario, da organizzatore e da paciere, telefonate in inglese, ritmi frenetici. Un’esperienza indimenticabile per lui quella di indossare finalmente tuta e casco da petroliere e ammirare da vicino un gassificatore da 700 milioni di euro.

Federica invece ha scoperto un settore, quello sanitario e della riabilitazione, dinamico, complesso e con grandi potenzialità di sviluppo, grazie a Lorenzo Buldrini direttore amministrativo Istituto di Riabilitazione Santo Stefano. Ha approfondito l’amministrazione attraverso operazioni molto diverse come la gestione del ciclo attivo - passivo, la partecipazione a un collegio sindacale, l’implementazione di un’operazione di leasing finanziario e attraverso trasferte presso strutture del gruppo dove sono state affrontate le problematiche organizzative dell’integrazione di una struttura recentemente acquisita.

O ancora Francesco, che affiancato a Gino Romiti, direttore innovazione Gruppo Loccioni, ha potuto verificare come oltre a ricerca, tecnica e innovazione tecnologica serva soprattutto stare connesso al mondo reale e avere un ottimo rapporto con le persone. Ma soprattutto che gli ha trasmesso che molto del lavoro di un buon manager sta nel saper ascoltare, nel capire chi si ha di fronte e come un rapporto, un incontro, possa essere canalizzato per ricavarne benefici.

E i manager? Tutti entusiasti, perché seppure abituati a favorire e far crescere i giovani in azienda – tant’è che secondo una recente ricerca di Manageritalia su manager e italiani i dirigenti sono ritenuti i tutor per eccellenza di tutti i collaboratori, ma soprattutto dei giovani – hanno vissuto quest’esperienza in un’ottica ancora diversa dal loro solito rapporto con i giovani che entrano in azienda.

Tant’è che Renzo Libenzi, direttore generale Loccioni, dice: "Noi di giovani ne vediamo e ne assumiamo tanti, ma l’esperienza di averne uno, con il quale non c’è nessun rapporto, che mi segue per 5 giorni è stata del tutto nuova. Senti l’impegno di dargli tutte le occasioni e gli strumenti per capire cos’è e com’è il mondo del lavoro e certo poi di fargli apprezzare il manager e la sua professione che non è comandare, ma gestire e far collaborare persone verso obiettivi comuni".

L’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani è ormai in Italia drammatico e rischia di peggiorare spingendo ancor più i giovani a disertare sempre gli studi superiori e universitari. Basti pensare che il 2013 si è chiuso con una disoccupazione totale del 12,2%: 40% per i cosiddetti giovani (15-24enni), 17,7% per i 25-34enni, 9,9% 35-44enni, 8% 45-54enni e 5,7% 55-64enni.

Se poi consideriamo il tasso di 30-34enni che ha conseguito un titolo universitario, l’Italia è messa malissimo e si attesta al 21,7% (17,2% uomini e 26,3% donne), contro il 35,8% (31,6% uomini e 40% donne) della media Ue27. Pochi, infine, gli under 40 che hanno raggiuto la dirigenza solo 13.798 (11,2%) in Italia.

La presenza manageriale è scarsa: meno di un dirigente ogni cento dipendenti (0,98%) in Italia, molto sotto Francia e Germania (3%), mentre Milano è la più avanzata con il 2,5%.

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