Nelle previsioni degli industriali migliorano i segnali rispetto alle attese: sale l'export e l'occupazione mostra primi segni di recupero. C'è inoltre uno stop all'emorragia del credito
Prodotto interno lordo meglio delle attese nelle stime del Centro studi di Confindustria: il Pil per il IV trimestre dell'anno potrebbe infatti chiudersi con una variazione nulla che rispetto alle attese di un ulteriore calo, sarebbe "una migliore base per la ripartenza già dall'avvio dell'anno prossimo". Nel bollettino congiuntura flash il Centro studi di Viale dell'Astronomia rileva che "l’export è tornato ad aumentare, l’occupazione mostra i primi segnali di recupero, si è arrestata l’emorragia di credito alle imprese, anche se le condizioni d’offerta rimangono strette, e la riduzione dei tassi, di cui hanno molto beneficiato titoli pubblici e bancari, inizia a essere trasmessa alle piccole aziende".
Nell’insieme, dunque, stimano gli economisti di Confindustria "i pochi dati disponibili puntano a un Pil invariato nel quarto trimestre, stima che deve trovare conferma nei numeri prossimamente in uscita; rispetto ad attese di ulteriore calo, ciò sarebbe una migliore base per la ripartenza già dall’avvio dell’anno prossimo".
Piu' in generale dollaro e petrolio daranno una mano all'Ue ma "non è in vista una rapida svolta" spiega il Csc. "Il dollaro si rafforza e il prezzo del petrolio non risalirà la china tanto in fretta. L’uno e l’altro daranno una mano all’Eurozona, che ne ha particolare bisogno. Perché ci sono i segnali di stabilizzazione, ma intorno alla stagnazione; il calo degli ordini dice che non è in vista una rapida svolta", precisano gli economisti di Confindustria che sul fronte del lavoro 'promuovono' le riforme strutturali. "Danno frutti nel medio termine, ma nell’immediato rispondono alla domanda di cambiamento del Paese e restituiscono così la fiducia necessaria a rilanciare consumi e investimenti".