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Crisi: Morando, da S&P stimolo ad accelerare su riforme

06 dicembre 2014 | 17.55
LETTURA: 4 minuti

Sono gli elementi "alla base del giudizio negativo, due fattori che ci accompagnano da lungo tempo". Dall'Agenzia di rating arriva anche una valutazione "sostanzialmente positiva delle politiche messe in campo dal governo con il giudizio sulle prospettive che passa da negativo a stabile"

Enrico Morando Viceministro dell'Economia (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Enrico Morando Viceministro dell'Economia (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Il giudizio di Standard & Poors "deve diventare uno stimolo per l'Italia ad accelerare il percorso delle riforme intraprese". E' quanto afferma all'Adnkronos il viceministro dell'Economia Enrico Morando che nel commentare il declassamento del nostro paese da parte dell'agenzia di rating evidenzia come accanto alla bocciatura per "la bassa crescita e l'alto debito" vi è un sostanziale apprezzamento per le misure adottate con il miglioramento della valutazione sulle prospettive.

"S&p -spiega- ha detto che è molto pericolosa per il paese la combinazione di bassa crescita e alto debito che sono gli elementi alla base del giudizio negativo. Si tratta di due fattori che ci accompagnano da lungo tempo. Dopo di che -aggiunge- S&p analizza le politiche messe in campo dal governo e qui la valutazione sulle prospettive passa da negativa a stabile perchè le riforme possono favorire il superamento di una situazione di enorme difficoltà". Perciò, ad avviso di Morando, occorre "non rallentare, come qualcuno inizia a suggerire, ma accelerare il ritmo delle riforme. Non è vero che stiamo mettendo troppa carne al fuoco. Lo stiamo facendo ancora troppo lentamente. Accelerare -spiega- vuol dire impegnare governo e Parlamento in una corsa contro il tempo per fare in modo che dal primo gennaio sia operativo, accanto alla legge di stabilità, il decreto attuativo del nuovo contratto a tutele crescenti. E' difficile ma la situazione dovrebbe spingerci a farlo".

La seconda indicazione che si può trarre dal rapporto di S&p, sottolinea, "è quella di rendere finalmente operativo l'accordo sulla rappresentanza sottoscritto dalle parti sociale rimasto finora sostanzialmente inutilizzato. Si tratta di uno strumento che potrebbe risultare decisivo per spostare verso il basso la contrattazione tra imprese e rappresentanze sindacali, facendo del secondo livello il centro della contrattazione a discapito di quella nazionale". Vi è poi il problema del debito che continua a crescere. "Si può insistere -sottolinea Morando- sulla revisione della spesa rafforzando la capacità di dare un respiro pluriennale alla programmazione dei risparmi. Le clausole di salvaguardia contenute nella legge di stabilità influenzano negativamente il giudizio dell'Agenzia di rating. Ma -assicura il viceministro- si tratta di misure che non entreranno mai in vigore perchè le neutralizzeremo come abbiamo fatto per il 2015. Vi è una valutazione critica delle norme di salvaguardia ma sono il frutto della nostra difficoltà di programmare in maniera puntuale i tagli alla spesa per i prossimi anni. Si tratta di misure che non entreranno mai in vigore e che tuttavia arrecano un danno per il solo fatto di essere previste qualora non ci siano i risparmi".

Quanto al capitolo privatizzazioni Morando assicura che nel 2015 "dovranno prendere consistenza operazioni che recuperino il ritardo accumulato nel 2014. Quest'anno -sottolinea- non sono state realizzate operazioni significative come previsto. L'obiettivo resta, comunque, quello di realizzare nei tre anni dismissioni pari allo 0,7% del Pil ogni anno, recuperando, quindi ciò che non si è fatto quest'anno. Si tratta di operazioni che dovranno centrare il duplice obiettivo di ridurre il volume globale del debito e rafforzare la struttura economica e produttiva del paese non ripetendo gli errori fatti nelle dismissioni del passato".

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