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Olio: Unaprol, è allarme calo produzione, in media -70%/Adnkronos

17 dicembre 2014 | 19.45
LETTURA: 4 minuti

Nel 2015 l'olio di oliva made in Italy sarà difficile da acquistare e molto caro. E' Unaprol a certificare un vero e proprio crollo della produzione con una media del 70%, con punte fino all'80%. Intanto raddoppiano i prezzi per gli industriali e Martina annuncia interventi

Olio: Unaprol, è allarme calo produzione, in media -70%/Adnkronos

L'olio di oliva italiano, extravergine e vergine, il prossimo anno sarà difficile da trovare, e quel poco che si potrà acquistare sarà più caro, inevitabilmente. La qualità però sarà fatta salva. La notizia è rimbalzata già da qualche tempo ma alla prime stime che ipotizzavano un calo del 35% oggi, a campagna terminata, se ne sovrappongono altre a dir poco drammatiche per i produttori, e tuttavia più attendibili in quanto confortate da dati certi.

E' proprio l'Unaprol, il Consorzio olivicolo italiano, a gettare una sorta di allarme rosso sul calo produttivo dell'oro verde, in media del 70% con punte dell'80% in certe zone. Ma anche gli industriali di Assitol sono allarmati e lamentano prezzi all'origine raddoppiati e "disorganizzazione enorme" nel comparto olivicolo.

A fronte di questa situazione, dovuta solo in parte alla mosca killer e molto invece alle avversità meteorologiche, il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, è intervenuto oggi per lanciare un messaggio rassicurante al mondo olivicolo nazionale annunciando nuove misure e ricordando quelle già messe in campo.

Martina, fondi per aiutare produttori, allo studio nuovi interventi

"Stiamo studiando interventi in accordo con le regioni - spiega Martina - abbiamo già stanziato 70 milioni di euro all’anno per aiuti all'olivicoltura, con una particolare attenzione anche a quella di montagna fino al 2020. Mentre per far fronte ai danni del maltempo a ottobre abbiamo sbloccato 1,4 miliardi di euro dei fondi comunitari per aiutare un milione di aziende del settore. Sono previsti poi altri 100 milioni in tre anni per sostegno alla promozione dell’olio italiano e che saranno destinati alle organizzazioni di produttori, in modo da poter stimolare ancora di più l’aggregazione".

"E' auspicabile che ci sia un intervento del governo" sostiene David Granieri, presidente di Unaprol. "Ci siamo trovati davanti a una stagione più complicata del previsto, addirittura drammatica. In Puglia e in Calabria il calo produttivo è intorno al 50%, ma nel resto d'Italia si arriva fino al 60, 70% con punte dell'80%. Quest'anno arriveremo con grandi difficoltà a 180 mila tonnellate", spiega all'Adnkronos Granieri, sottolineando che si tratta di una perdita davvero consistente se si considera che nella campagna precedente (2013-2014), la produzione di olio di oliva è stata di 463.000 tonnellate secondo i dati Ismea Unaprol.

Assitol, prezzi materia prima raddoppiati

A chiedere interventi anche per la trasformazione sono gli industriali dell'olio. "La situazione è drammatica, servono risorse straordinarie" ci sono problemi 'quantitativi ma anche qualitativi' quest'anno per l'olio prodotto da olive italiane. E i prezzi della materia prima sono praticamente raddoppiati". E' il grido di allarme di Giovanni Zucchi, presidente di Assitol.

Olio di oliva razionato con le scorte di extravergine che saranno esaurite entro i primi sei mesi del 2015, incalza la Coldiretti, avvertendo sul possibile "rischio che l'olio mancante venga sostituito con olio di importazione e quindi, attraverso il solito meccanismo delle contraffazioni, venga poi spacciato per olio italiano", secondo quanto afferma Lorenzo Bazzana, responsabile del settore economico della organizzazione agricola.

Ma la produzione di olio di oliva in Italia è dovuta soprattutto a "una disorganizzazione enorme" denuncia uno dei maggiori industriali dell'olio Zefferino Monini, presidente e ad della premiata ditta di Spoleto. "Da anni siamo costretti a importare le olive, ci dovremmo svegliare!" sostiene l'industriale suggerendo che "non c'è e non c'è stata programmazione" in campo agronomico e produttivo. Secondo Monini infatti, bisogna rendere più efficiente il sistema dei controlli ma soprattutto "produrre più olio e con standard qualitativi più alti".

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