Sessantamila posti in meno solo nel terzo trimestre. I rappresentanti della filiera delle costruzioni hanno chiesto oggi un incontro formale al Governo per affrontare la crisi in cui versa il settore
Solo nel terzo trimestre dell'anno l'edilizia ha perso 60 mila posti di lavoro. A suonare un nuovo campanello d'allarme sul fronte occupazionale nel settore, è l'Ance, nel suo osservatorio congiunturale. Dall'inizio della crisi, i posti di lavoro andati in fumo sono 800 mila e quasi 16 mila le imprese di costruzioni fallite dal 2009 al 2014.
Dall'inizio della crisi il settore delle costruzioni ha registrato un vero e proprio crollo degli investimenti pari a 64 miliardi (-32 per cento). E dopo un 2014 ancora nero, nel corso del quale la flessione è stata del 3,5 per cento, per un valore pari a 5 miliardi di euro, le previsioni non sono certo rosee: infatti, si stima un ulteriore calo del 2,4 per cento, per un valore pari a 3 miliardi di euro.
In questo scenario, i rappresentanti della filiera delle costruzioni hanno chiesto oggi un incontro formale al Governo per affrontare la crisi in cui versa il settore, come annunciato dal presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti. La richiesta è stata avanzata, oltre che dall'Ance, dalla Cna, Confartigianato e le Cooperative delle costruzioni. "Senza un segnale positivo, il 2015 rischia di essere un anno disastroso", avverte Buzzetti.