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Lavoro: ancora diverse ipotesi su decreto, domani parti sociali a P.Chigi

18 dicembre 2014 | 20.05
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Sul tavolo il primo decreto attuativo della riforma del lavoro, quello sul contratto a tutele crescenti. Ma le norme sono ancora in fase di scrittura. I sindacati auspicano concretezza e sperano in un incontro utile

Giuliano Poletti (Infophoto) - INFOPHOTO
Giuliano Poletti (Infophoto) - INFOPHOTO

Dovrebbe scoprire le carte sul Jobs Act il governo domani nel vertice atteso a palazzo Chigi con le parti sociali. Il primo dei decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro infatti, quello sul contratto a tutele crescenti, potrebbe vedere la luce ed essere presentato, seppur sommariamente, a sindacati e imprese. Ma il ministero guidato da Giuliano Poletti è ancora alacremente al lavoro con ipotesi e formulazioni che sembrano entrare e uscire dalla bozza.

Così, a quanto si apprende, anche uno dei nodi principali della riforma, il diritto cioè al reintegro in caso di licenziamento disciplinare ingiustificato, viene scritto e riscritto. L'opzione per un reintegro "in presenza di un fatto materiale insussistente", infatti, che è l'opzione che sembra preferire il governo, non spazza però il campo dai dubbi che il licenziamento possa subire uno stallo e che il giudice, in caso di implicazioni penali, possa voler attendere l'esito della causa ottenendo così un risultato opposto alla volontà di semplificare e velocizzare le procedure. E così anche sul fronte degli indennizzi previsti per il lavoratore che non verrà più reintegrato: l'ipotesi di calcolare uno stipendio e mezzo ogni anno lavorato potrebbe essere modificata inserendo uno 'scalino' di due mensilità nel caso di licenziamento nel primo anno.

Intanto i sindacati si preparano all'incontro di domani. "Ci auguriamo un incontro utile", dice il leader Cgil, Susanna Camu sso fresca di sciopero generale contro il Jobs Act. E anche la Cisl di Anna Maria Furlan, che invece ha scelto proteste alternative e meno 'traumatiche' di uno stop del paese dice: "misureremo la sostanza dei decreti attuativi con grande pragmatismo e concretezza". Mentre la Uil, simulazioni alla mano, dimostra come il perverso incrocio tra incentivi alle imprese e indennizzi ai lavoratori, renda il licenziamento 'vantaggioso' se effettuato entro i tre anni previsti dal contratto a tutele crescent i che non arriverà mai, così, alla stabilizzazione auspicata dal governo. Ma conti a parte, i sindacati sperano che l'incontro di domani possa avvenire all'insegna della concretezza. E' questo anche l'obiettivo dell'Ugl. "Lo spirito con cui parteciperemo domani è seriamente costruttivo", dice il segretario generale, Paolo Capone, secondo cui si è ancora in tempo a "migliorare quello che è ancora possibile modificare nel Jobs Act, proprio attraverso il confronto, se ci sarà".

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