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L.stabilità: 'riforma' per tv locali ma conto frequenze più salato/Adnkronos

22 dicembre 2014 | 16.13
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Una vera e propria riforma del settore delle tv locali: è quanto emerge dall'emendamento del governo alla Legge di stabilità che nel passaggio dalla Camera al Senato è stato corretto solo in minima parte. Ok alla proroga fino al 30 aprile per la liberazione delle frequenze giudicate 'interferenti' con gli altri paesi e confermato anche l'innalzamento dei fondi a disposizione per il risarcimento.

Tuttavia un'altra norma, questa volta respinta nell'iter parlamentare (di fatto giudicata inammissibile) della legge, impatta sulle finanze del settore: dallo stop alla richiesta del governo di prorogare ancora per un anno l'attuale regime sul canone delle frequenze deriva infatti l'ok al maxi-sconto a Rai e Mediaset. Di qui un innalzamento considerevole del canone per le emittenti locali. Anche se, a quanto apprende l'Adnkronos, il governo cercherà di apportare il più possibile elementi di equità nel decreto ministeriale con cui dovrà recepire le indicazioni dell'Agcom che applicando la legge Monti del 2012 ha modificato i criteri.

Il canone per l'uso delle frequenze in vigore fino al 2013 indicava che le aziende dovessero corrispondere allo Stato l'1% del fatturato fissando anche un limite per le tv locali pari a 17mila776 euro. Con il nuovo sistema, che fa pagare l'operatore di rete che usa il mux e non l'azienda editoriale, è stato calcolato che un'emittente locale attiva in un'area poco più grande della Lombardia potrebbe arrivare a pagare fino a 300mila euro fra diritti d'uso delle frequenze e diritti amministrativi.

Infatti, proprio per garantire la parità di gettito rispetto ai circa 50 milioni che fin qui le frequenze per le tv hanno garantito allo Stato, se Rai e Mediaset diminuiscono il canone gli altri soggetti del mercato, tra cui Persidera (società che detiene i multiplex di Telecom Italia e del gruppo l'Espresso) e lo stesso Urbano Cairo detentore dell'unico mux assegnato all'ultima asta delle frequenze, dovranno pagare di più. La base per il calcolo è stata indicata dall'Agcom in base alla cifra di circa 30 milioni pagata da Cairo Network per il Lotto 3.

Quanto al riordino e alla razionalizzazione dello spettro radio, l’emendamento del governo passato in Senato e inserito nel maxiemendamento realizza una corsia preferenziale per gli operatori locali nella riassegnazione delle frequenze disponibili. Da una parte il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione delle emittenti che occupano frequenze interferenti con i paesi confinanti più tempo per liberarle e dall'altro garantisce maggiori risorse, ovvero 31 milioni che vengono aggiunti ai 20 stanziati, frutto dell’ex beauty contest.

I contributi alla rottamazione saranno utilizzabili da chiunque restituisca una o più frequenze favorendo, nell’ordine, coloro che decideranno di liberare quelle interferenti e le nuove società che, consorziandosi, consentano un uso più efficiente dello spettro. Saranno dunque privilegiati i consorzi a livello regionale.

Nel frattempo, con lo scopo di aumentare la capacità trasmissiva a livello locale, il governo metterà frequenze nazionali non utilizzate a disposizione di operatori di rete scelti con graduatorie regionali e in base a criteri che terranno conto dell’esperienza maturata nel settore, dei piani tecnici presentati e della solidità economico-patrimoniale.

Su questo terreno la correzione all'emendamento da parte del Senato indica che se nessun operatore locale corrispondera' ai criteri indicati, le frequenze potranno essere messe a disposizione anche di operatori nazionali ma con l'obbligo di trasmettere programmi locali. Dunque anche nel caso di operatori di rete nazionali, fossero anche RaiWay o EiTowers, dovranno 'trasportare' sulle frequenze cosi' ottenute esclusivamente programmazione televisiva locale.

Quanto ai futuri contributi pubblici, non andranno a chi sarà l’assegnatario delle frequenze, ma agli editori, tenendo in considerazione i criteri degli ascolti, del numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato con particolare riguardo ai giornalisti.

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