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Lavoro: Cgil e Uil dure sul Jobs Act, per la Cisl può migliorare

26 dicembre 2014 | 15.30
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Da una parte ci sono le dure reazioni dei leader Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, che insieme al numero uno della Fiom, Maurizio Landini, bocciano il 'compromesso' Renzi; dall'altra la Cisl, che ritiene importanti alcuni risultati raggiunti.

Lavoro: Cgil e Uil dure sul Jobs Act, per la Cisl può migliorare

Sindacati ancora in ordine sparso sul Jobs Act. Il passaggio in Cdm, con il via libera ai primi due decreti attuativi della delega, non avvicina Cgil, Cisl e Uil ancora ferme su posizioni diverse. Da una parte ci sono le dure reazioni dei leader Cgil e Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, che insieme al numero uno della Fiom, Maurizio Landini, bocciano il 'compromesso' Renzi. Dall'altra la Cisl, che ritiene possibile migliorare il provvedimento ma che, di fatto, ne promuove l'impostazione.

Nette le parole di Camusso, spese già a caldo il 24 dicembre. "Altro che rivoluzione copernicana", il governo Renzi "ha cancellato il lavoro a tempo indeterminato, generalizzando la precarizzazione". Quelle approvate, dice senza mezzi termini, norme "ingiuste, sbagliate e punitive". Landini definisce i decreti "un regalo fatto alla vigilia di Natale agli imprenditori". Renzi, dice, "ha fatto felice la Confindustria ma non certo i lavoratori e le lavoratrici e tanto meno i giovani e i precari, che non acquisiscono diritti in più: si tratta solo di meno diritti per tutti".

Sulla stessa linea il segretario Uil Carmelo Barbagallo: "il governo ha fatto solo un favore agli imprenditori e sta eseguendo i compitini assegnati dalla Merkel". Per il dirigente sindacale, sono "emblematiche le battute del premier sugli imprenditori e sulla destra. Registriamo, infatti, che nemmeno il governo Berlusconi era riuscito ad abolire l'articolo 18, monetizzando i licenziamenti". La Uil, in particolare, giudica "negativamente la monetizzazione dei licenziamenti collettivi, fatto che non aiuterà il mondo del lavoro".

Diversa l'analisi della Cisl. Per il sindacato di Via Po, "il testo del Governo sul jobs act è ancora migliorabile, in particolare per quanto riguarda le norme sui licenziamenti collettivi". "Noi - sottolinea il segretario confederale Gigi Petteni - insisteremo anche che nei prossimi decreti si riducano le tipologie contrattuali che in questi anni hanno generato le maggiori precarietà del lavoro".

Il sindacato guidato da Furlan ritiene indispensabile far prevalere la proposta rispetto alla protesta. "Come Cisl non faremo mancare la nostra azione propositiva sulla riforma degli ammortizzatori e soprattutto sulle politiche attive del lavoro che sono la vera sfida del paese", spiega Petteni.

E, evidenzia, se è "certamente positiva l'estensione dell'Aspi ai collaboratori, portandola a 24 mesi, come aveva sostenuto la Cisl in queste settimane", è anche "importante è non aver toccato il reintegro in caso di licenziamenti disciplinari e non aver inserito nel jobs act le norme sullo scarso rendimento del lavoratore".

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