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Banche: Fisac, 3,7 mln l'anno per top manager, 46mila per bancari

24 gennaio 2015 | 10.26
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La crescita della diseguaglianze, la forbice dei redditi che si allarga progressivamente, è un fattore di ingiustizia anche nel settore del credito. Un top manager ha guadagnato, infatti, mediamente 3,7 milioni di euro lo scorso anno, a fronte di un salario medio di fatto di un bancario pari a poco più di 46mila euro. Una distanza 'colmabile in 100 anni', risultato di un andamento che, negli ultimi 15 anni, ha portato nelle tasche dei banchieri una cifra pari a 600mila mentre i bancari hanno perso nello stesso periodo circa 800 euro. È quanto risulta da un report della Fisac Cgil, la categoria dei lavoratori del credito dell'organizzazione di corso d'Italia, in previsione dello sciopero generale del settore in programma venerdì 30 gennaio.

Una protesta promossa dietro le parole '#sonobancario al servizio del paese' , con quattro grandi manifestazioni: a Milano, Ravenna, Roma e Palermo, 'a sostegno del diritto del rinnovo al contratto nazionale di lavoro' e 'contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal primo aprile di quest'anno'.

Motivazioni che sono il frutto di una considerazione: "Un settore senza contratto è come un paese senza Costituzione", afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, che punta l'indice contro l'Abi e "la scelta scellerata e miope di disdettare e disapplicare il contratto nazionale". Per il leader sindacale, infatti, "l'Abi, invece di scatenare e alimentare il conflitto interno al settore tra le parti sociali, dovrebbe impegnarsi per superare le attuali penalizzazioni che colpiscono le banche italiane a livello europeo". (segue)

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