La spinta complessiva è pari allo 0,8% nel 2015 e all’1,0% nel 2016. L'ampiezza del programma di espansione monetaria, "è tale da diminuire i tassi reali sui titoli a lungo termine di 109 punti base", in base alle elaborazioni del Csc. Parte di tale ribasso "è stata già realizzata dai mercati in vista proprio della decisione Bce
Il programma di espansione monetaria appena annunciato dalla Bce e lungamente atteso comporterà per l'Italia un aumento del pil dell'1,8% e 3,2 miliardi di risparmio sugli interessi per le imprese. A sostenerlo è il Centro Studi di Confindustria commentando il programma di 'Quantitative easing' (Qe) annunciato dalla Bce.
L'ampiezza del programma di espansione monetaria, "è tale da diminuire i tassi reali sui titoli a lungo termine di 109 punti base", in base alle elaborazioni del Csc. Parte di tale ribasso "è stata già realizzata dai mercati in vista proprio della decisione Bce". Inoltre, il Qe, "produce un indebolimento del tasso di cambio effettivo dell’euro, che il Csc quantifica dell’11,4%, anch’esso in parte già avvenuto. Il combinato tassi-cambio rafforza l’attività economica".
Il Csc calcola che i minori tassi alzano il pil italiano dello 0,2% nel 2015 e di un ulteriore 0,4% nel 2016; il cambio più debole dello 0,6% in ciascun anno. La spinta complessiva è, dunque, pari allo 0,8% nel 2015 e all’1,0% nel 2016. La diminuzione dei tassi sui titoli si trasmette al costo del denaro pagato dalle imprese, con un risparmio che il Csc stima in 3,2 miliardi di euro all’anno.