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Expo: Bertolini (Aiti), traduzione sito non fatta da professionisti

05 febbraio 2015 | 18.05
LETTURA: 3 minuti

Per la presidente dell'Associazione Italiana Traduttori e Interpreti in pochi capiscono la necessità di un sito tradotto come si deve, con il giusto registro. "I professionisti lavorano in due, uno traduce l'altro fa la revisione".

L'Expo Gate in largo Cairoli a Milano.
L'Expo Gate in largo Cairoli a Milano.

Nelle pagine tradotte in francese e in inglese del sito di Expo 2015 "c'erano cose che non sembravano fatte da una persona", ma da un software. Quel lavoro "non è stato fatto da un traduttore professionista", come capita purtroppo abbastanza spesso, perché in Italia spesso "manca la consapevolezza" dell'importanza e dell'impatto che ha un sito in lingua straniera realizzato come si deve. Così Sandra Bertolini, presidente dell'Aiti (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti), commenta gli strafalcioni pubblicati sul sito della società che gestisce l'Expo 2015, segnalati nei giorni scorsi da interpreti e traduttori e ripresi dalla stampa.

Il punto, spiega la Bertolini, non è tanto "paghi poco, ottieni poco", perché "non è sempre così" e "bisogna vedere se hanno pagato veramente qualcuno o no, perché c'erano cose che non solo non sembravano tradotte da un madrelingua, ma neanche da una persona umana: basta guardare sul sito, per esempio nella pagina sul testimonial albanese, e si capisce subito che c'è qualcosa che non va". Al di là dei costi, "solo in pochi capiscono l'importanza di avere la traduzione di un sito nella lingua straniera che abbia un potere comunicativo analogo a quello della lingua di partenza, nel nostro caso l'italiano". Pochi sanno valutare quanto un passo falso simile "incide sull'immagine che si dà dell'Italia".

In realtà, continua la Bertolini, "se ci fosse un lavoro di traduzione e di revisione come deve essere fatto, non si arriverebbe a pubblicare quello che si pubblica, molto spesso. Dall'Expo al sito Verybello: ancora adesso, e non è una rivendicazione della categoria, il traduttore viene considerato come uno cui dire: 'Vabbè dai, fammi questa lingua'. Non è così: è una professione, ci vogliono la giusta lingua e il giusto registro". Quindi, "magari" a Expo il sito "se lo sono fatti in casa. Bisogna affidarsi a professionisti, che in genere lavorano in due: uno fa la traduzione l'altro la revisione. Qui non è stato fatto da un professionista. Punto".

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