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L'Ocse promuove le riforme dell'Italia: "Ora coraggio per attuarle"

19 febbraio 2015 | 13.26
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"Riforme istituzionali ambiziose. Dopo un lungo periodo di stagnazione che ha reso l'economia vulnerabile, l'Italia sta avviando riforme ampie per rafforzare la crescita". L'Ocse invita Roma a "continuare gli sforzi per la lotta all'evasione attraverso una tax compliance più efficace e procedure di riscossione più semplici"

L'Ocse promuove le riforme dell'Italia:

L'Ocse promuove le riforme del governo, Jobs Act in primis, ma avverte: vanno attuate in pieno per rilanciare crescita e occupazione. E il segretario generale Angel Gurria conferma l'apertura di credito a Roma annunciando, a sorpresa, il rialzo delle stime sul pil (+0,6% nel 2015 da 0,4% e +1,3% nel 2016). L'Economic Survey 2015 non poteva essere più roseo per l'Italia, seppur tra moniti e note dolenti di vecchia data. "Renzi ha avviato riforme senza precedenti" ma ora "è necessario un forte coraggio politico per portarle avanti", sottolinea Gurrìa, durante la conferenza stampa congiunta al Tesoro con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e delle Riforme Maria Elena Boschi. " Il paese ha un approccio sorprendente: l'Italia è tornata", esulta Gurria, prodigo di attestazioni di amicizia verso il Titolare di Via XX settembre, già vice segretario generale Ocse prima di assumere l'incarico a Roma. "Attuazione, attuazione, attuazione", va reiterando l'economista spagnolo, per affrontare il primo dei problemi del paese: "produttività, produttività, produttività". "Se pienamente attuate, le riforme potrebbero aumentare il pil del 6% in 10 anni" e "creare 340mila posti di lavoro in cinque anni", spiega.

"Un beneficio enorme, gigantesco" commenta Padoan, che aggiunge: "il governo compie un anno e il rapporto Ocse ci dice che la direzione è quella giusta", con risultati "crescenti nel tempo". E, ci tiene a ricordare, "non dimentichiamoci che il nostro paese ha flirtato con il rischio grandissimo della deflazione". Ma l'enfasi maggiore è posta dall'Ocse sul Jobs Act. "Dare la massima priorità alle riforme del mercato del lavoro per rafforzare la produttività e aumentare i posti", recita il rapporto, attuando "pienamente il contratto unico a tutela crescente", modificando la composizione della spesa nelle politiche attive, limitando i programmi di formazione a chi ne ha bisogno, assistendo chi cerca lavoro, incoraggiando la partecipazione delle donne con orari più flessibili e maggiori servizi a infanzia e anziani. Va attuato pienamente il sistema unico d'indennità di disoccupazione; incoraggiate le parti sociali a raggiungere accordi salariali a livello aziendale con i rappresentanti di una maggioranza dei loro dipendenti. Per l'Organizzazione parigina, il tasso di disoccupazione in Italia scenderà dal 12,3% quest'anno e all'11,8% nel 2016 (12,4% nel 2014). "Se pienamente attuato il Jobs Act, sarà il motore di un cambiamento. Con più flessibilità, infatti, ci saranno più incentivi a creare posti lavoro" commenta Gurria. E il ministro Poletti rivendica la rapida attuazione della delega. "Dal primo marzo le aziende potranno assumere con le nuove regole. E sono orgoglioso di questo Governo che in 40 giorni ha prodotto due decreti attuativi", sottolinea.

Ma il nulla osta dell'Ocse al Jobs Act trova anche reazioni dure fra chi quel provvedimento continua a contestarlo. La leader della Cgil Susanna Camusso attacca: ''penso che il rapporto Ocse si sbagli. Le riforme del lavoro che stanno facendo sono di prescrizione del mondo del lavoro". "L'unico effetto evidente - dice - è di aver reso più facili i licenziamenti e la discriminazione dei lavoratori". Non solo Jobs Act però. L'organizzazione sollecita il governo a proseguire con l'ampio processo di riforme e nel rapporto snocciola le raccomandazioni in materia, dalle istituzioni alla giustizia. "Concludere le riforme in Parlamento, riattribuire e definire chiaramente le competenze tra Stato ed amministrazioni locali"; assicurare "che la legislazione sia chiara, inequivocabile e sostenuta da una migliorata amministrazione pubblica, anche attraverso un ricorso minore ai decreti legge"; procedere ad "un'ulteriore razionalizzazione del sistema giudiziario", anche aumentando il ricorso alla mediazione; promuovere "la comprensione pubblica delle riforme, e impegnarsi in un dialogo con le parti interessate"; valutare "la creazione di una Commissione per la produttività"; "ridurre la corruzione" anche assicurando risorse e stabilità alla nuova autorità anti-corruzione.

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