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Bagnoli: Sannino, immobilismo contraddice intenzioni governo Renzi

21 febbraio 2015 | 17.16
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“Molto è stato detto e poco è stato fatto”. A dirlo all'Adnkronos in merito alla riqualificazione di Bagnoli è Giovanni Sannino, segretario della Camera del Lavoro di Napoli. "Sembrava una data importante, di spartiacque, per aprire una nuova fase di operatività, in grado di superare blocchi e dispute giuridico-legali, insipienze e veti istituzionali e rilanciare la riqualificazione di Bagnoli, per risarcire le comunità dei sacrifici e delle rinunce a seguito della chiusura dell'altoforno, della Eternit e della Cementir – spiega Sannino - e offrire vere opportunità di lavoro, nuove funzioni alla ex area industriale, in termini di nuovo sviluppo per l'intera area metropolitana e oltre. E invece dal 14 agosto dello scorso anno, pur riconoscendo al presidente del Consiglio di essere stato a Bagnoli e di aver riportato l'attenzione sull'area, molto è stato detto e poco è stato fatto”.

Il sindacalista ricorda l'allocazione di risorse per la ricostruzione di Città della Scienza, fondi per la bonifica dell'area e l'intenzione di nominare un commissario, e di un soggetto attuatore, così come è avvenuto successivamente con l'approvazione del Decreto "Sblocca Italia" per riprendere il cammino della realizzazione del progetto di riconversione dell'area.

Ma "l'immobilismo contraddice nei fatti le pur meritevoli intenzioni mostrate dal governo a Bagnoli e risolvere il problema. Renzi non è più tornato a Napoli, del commissario non ce n'è traccia e soprattutto le risorse sono ancora ferme al palo, e dei cantieri da aprire in 150 giorni nemmeno l'ombra, e questo stand by nuoce alla comunità".

"Il tema non è scaricare le colpe unicamente sulle attuali amministrazioni, anche se mi permetto di segnalare che chi guida oggi Governo, Regione e Comune, è chiamato a governare e risolvere i problemi, in quanto la responsabilità si esercita nel fare le cose, non nel denunciare quanto avvenuto prima, molto spesso usato come alibi che ha determinato uno stallo negli ultimi cinque anni- prosegue - E' paradossale, e al tempo stesso avvilente, però, che mentre tutto è fermo al palo, da Bagnoli, a Pompei, dal Centro Storico al Porto, e tanto viene devastato come la sanità e i trasporti in Campania, altro che primati decantati dal Presidente Caldoro, il Pd, partito di governo nazionale, si lacera da mesi su primarie sì, primarie no, contribuendo, in tal modo, ad aumentare la grande distanza dai problemi reali della politica. Mentre ci sarebbe bisogno di una seria e trasparente collaborazione istituzionale e di positivo impegno politico”.

Su Bagnoli, come sull'area est, sottolinea Sannino, “si gioca l'intero sviluppo di Napoli e della Campania, non si possono fare annunci e proclami senza rendere efficace l'azione. E, nonostante l'esperienza dei commissari, dalla sanità a Pompei, dal Porto, ai rifiuti, sia stata, storicamente negativa per i danni arrecati, oltre a quelli da risolvere", d'altra parte, sottolinea il sindacalista, " per Bagnoli lo ha deciso il governo, quindi ora si nomini il commissario e si designi il soggetto attuatore", e soprattutto si capisca cosa si intende fare, purché "dal momento che il decreto è pensato in deroga ai regolamenti urbanistici, non si confonda la semplificazione e la concretezza con la violazione delle regole e lo stravolgimento in senso speculativo del Piano, sospetto materializzatosi nelle e per le tante gare andate deserte".

Secondo il sindacalista, che ricorda che "Bagnoli è stata dichiarata Sito di Interesse Nazionale" e che quindi "la bonifica spetta al governo", la priorità è "decidere cosa fare sulla colmata, visto che è diventata una questione dirimente e oggetto di varie correnti di pensiero, nonostante sia prevista la sua rimozione dal Piano Urbanistico e sulla bonifica, quest'ultima propedeutica a qualsiasi operazione di riconversione.

"Negli ultimi dieci anni sono stati spesi 75 milioni di euro per bonifiche mai realizzate totalmente – prosegue - I fondi annunciati da Renzi, sono una buona notizia, ma non risolvono il problema e rischia di rimanere tale. Oggi siamo fermi all'intesa istituzionale condivisa, ma non perfezionata, ad agosto mentre continua la diatriba tra il Comune di Napoli e il governo sul decreto 'Sblocca Italia'" e su i suoi effetti".

Decreto che prevede la nomina di un commissario, che sarà decisa dal governo “sentito il presidente della Regione” e che avrà il compito di coordinare gli interventi infrastrutturali di interesse statale con quelli privati. Spetterà invece al soggetto attuatore, nominato a sua volta dal commissario, elaborare e attuare il programma e agire come "stazione appaltante" per la bonifica e le infrastrutture.

"Appare francamente risibile, nonostante il parziale recupero in sede di dibattito parlamentare sul Decreto, che un intervento di modifica degli assetti urbanistici e sociali, così profondo, di un'area così strategica per l'intera città di Napoli – sottolinea Sannino - possa essere pensata, condotta e realizzata tenendo fuori l'Istituzione più vicina al territorio che è rappresentata dal Comune al di la del giudizio sul suo operato per il quale la Cgil non ha lesinato critiche e rilievi importanti e non solo su Bagnoli".

"Del Progetto Bagnoli poco si è mosso, tranne i tre cantieri, che hanno dato lavoro a un centinaio di persone oggi disoccupate - spiega Sannino - Il Parco dello sport, vero oggetto dello scandalo: è quasi ultimato ma mancano i collaudi e intanto è stato sottoposto a sequestro per inquinamento di amianto, dissequestrato e ancora sequestrato, mentre le attrezzature sportive sono oggetto di atti di vandalismo periodici. Il secondo cantiere, il cosiddetto Auditorium, definito 'porta del parco', è fondamentalmente inutilizzato, mentre il terzo, il 'turtle point', non è stato completato".

E, intanto, ricorda il sindacalista, "il dibattito politico culturale sul destino dell'ex area industriale va avanti tra chi dice che non si deve modificare niente da quanto definito nel 1998 e chi invece sostiene che vada rivisto il piano regolatore generale perché, si sostiene, il piano è impraticabile per la sua non attrattività, e su questo insiste molto, eccessivamente, l'Associazione dei costruttori, pur avendo avuto nel passato responsabilità nella governance prima del fallimento di Bagnoli Futura".

"Bagnoli non può più aspettare, si passi dagli annunci ai fatti concreti – aggiunge Sannino - si rimuovano tutti gli ostacoli e si riprenda la strada dell'operatività, recuperando un'idea-forza per Bagnoli, senza ‘furori ideologici’ e ‘assilli di intangibilità’, in grado di coniugare cultura, recupero del mare, residenze e strutture ricettive non invasive, spazi verde e attività di innovazione e di ricerca non concorrenti, infrastrutture materiali e immateriali di collegamento, che sappiano intercettare il consenso sociale, politico e istituzionale".

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