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Banche: Cederle (UniCredit Business Integrated Solutions), tecnologia nei merger è freno e opportunità

25 febbraio 2015 | 16.50
LETTURA: 3 minuti

'Sfida più grande è convergenza tra asset tradizionali e nuove tecnologie'

Banche: Cederle (UniCredit Business Integrated Solutions), tecnologia nei merger è freno e opportunità

La tecnologia nei 'merger' bancari può essere vissuta come "un freno" ma anche come un'opportunità per accelerare sulla trasformazione dei processi. A sottolinearlo è Paolo Cederle, amministratore delegato di Unicredit Business Integrated Solutions, a margine di un convegno dedicato a banche e big data in Università Cattolica a Milano.

Può essere un freno in quanto, spiega Cederle parlando in generale del momento particolare che sta affrontando il sistema bancario italiano, "potrebbe bloccare lo sviluppo nelle nuove applicazioni essendo concentrata sulla fusione tra sistemi e processi". Opportunità, invece, nella possibilità di "sistemazione di alcuni ambiti per investire in nuove modalità" che riguardano le nuove tecnologie applicate al sistema bancario.

Tuttavia, "sta ai protagonisti, ai vertici, giocare questa partita, così come su altri servizi". La scelta è tra accelerare la trasformazione oppure decidere per "uno stop ai grandi progetti per qualche anno". Tra le prossime sfide del sistema bancario la tecnologia e il digitale giocano un ruolo primario. Su 32 mln di conti correnti aperti in Italia, più di 17 mln sono attivi online e in rapida crescita, secondo i dati elaborati dal Cetif, il centro di ricerca su tecnologia, innovazione e servizi finanziari della Cattolica.

"La sfida più grande per le banche oggi è la convergenza tra asset tradizionali e le nuove applicazioni e tecnologie" anche perché i clienti, "soprattutto per alcuni temi importanti della sua vita, come un mutuo o un prestito importante, vogliono un contatto umano". Serve una "convergenza di esperienze sul lato fisico e digitale".

Unicredit Business Integrated Solutions sta iniziando a lavorare anche sulla possibilità di utilizzare l'enorme banca dati che gli istituti hanno a disposizione: "Noi - dice Cederle - abbiamo un patrimonio di 41 petabyte di dati, una quantità enorme di dati significativi". Oltre ai big data, c'è da considerare anche la cosiddetta intelligence machine, "ossia la capacità di estrarre informazioni da questa quantità enorme di dati".

Le opportunità stanno "nel cambiare i paradigmi: non solo consegnare informazioni, ma collaborare con il cliente per rielaborarle insieme". Nel futuro delle banche ci sono anche i social network: "Una frontiera nuova dove gli istituti possono giocare un ruolo importante".

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