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8 marzo: Cgil, donne pagate meno a parità di lavoro

07 marzo 2015 | 13.33
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Con il tweet 'La disuguaglianza non paga' la Cgil mostra un grafico con gli stipendi medi lordi di un uomo e una donna a parità di mansione. Tasso di inattività femminile in Italia del 16,6% rispetto all'1,3% della Francia e all'1,6% della Germania. Il segretario generale Uil, Barbagallo: "Partita della parità da vincere non solo su piano culturale, ma anche dello sviluppo economico". Vai allo speciale 8 marzo

Da Twitter la locandina 'La disuguaglianza non paga'
Da Twitter la locandina 'La disuguaglianza non paga'

'A parità di lavoro le donne guadagnano meno'. Con un tweet la Cgil introduce il tema scelto per la festa dell'8 marzo: il superamento delle disuguaglianze tra uomini e donne nel mondo del lavoro, acuite dalla crisi economica.

Nel cinguettio con lo slogan 'La disuguaglianza non paga' un grafico che mostra in parallelo gli stipendi medi lordi di un uomo e una donna a parità di mansione. Poco più di centomila e ottocento euro all'anno per la donna, mentre se il manager è uomo oltre centonovemila e quattrocento. Stesso discorso per i quadri: se donna cinquantaduemila e quattrocento all'anno, se uomo oltre cinquantacinquemila e cento.

Per non parlare di impiegati e operai. Nel primo caso, quello dei 'colletti bianchi', l'uomo guadagna oltre trentaduemila e novecento euro lordi all'anno, nel secondo poco più di ventinovemila e ottocento. L'operaio di genere maschile poco più di ventiquattromila e quattrocento euro, se femmina non arriva ai ventritremila euro all'anno.

Non solo disparità nella busta paga, ma anche meno occupazione per le donne che, sottolinea la Cgil sempre con un 'tweet', si traduce in 'meno ricchezza per l'Italia' intera. Un Paese, dove cinguetta amaramente la Confederazione, con un tasso di inattività femminile del 16,6% rispetto all'1,3% della Francia e all'1,6% della Germania, 'l'occupazione femminile è tra le più basse dell'area Ue'.

Un divario che si è inasprito con la crisi. A farlo notare il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo che sottolinea come "nonostante le lotte e i risultati, conseguiti in questi decenni, persistono pesanti differenze tra uomini e donne, soprattutto nel mondo del lavoro. La crisi economica ha accentuato questa divaricazione". "Questa partita si gioca sul piano culturale, ma anche su quello dello sviluppo economico - conclude il segretario generale della Uil -. Solo così si superano le frammentazioni e le contrapposizioni di genere".

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