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La Corte dei Conti mette nel mirino il debito della Rai: "Va tenuto sotto osservazione"

13 marzo 2015 | 14.46
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La situazione, rileva la Magistratura contabile, "è da tenere sotto osservazione, anche in considerazione dell’aumento complessivo dei debiti e del loro valore elevato rispetto alla consistenza del patrimonio netto". Renzi: "Governo ha il dovere di scegliere il capo dell'azienda." Fico: "Premier scambia responsabilità per lottizzazione

Foto RAVAGLI/INFOPHOTO - PRISMA
Foto RAVAGLI/INFOPHOTO - PRISMA

"E' da tenere sotto osservazione" il volume dei debiti finanziari verso le banche che nel 2013 è stato pari a 442,9 milioni di euro contro 371,6 milioni di euro nel 2012. E' quanto rileva la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione della Rai per l’esercizio 2013 che ha chiuso con un utile di 4,3 milioni di euro contro la perdita di 245,7 milioni di euro nel 2012. I magistrati contabili, in merito al "rilevante" volume dei debiti finanziari, osservano quindi che "la situazione è da tenere sotto osservazione, anche in considerazione dell’aumento complessivo dei debiti e del loro valore elevato rispetto alla consistenza del patrimonio netto".

In questo scenario, la Corte dei Conti sottolinea "l’esigenza di un contenimento dei costi, e soprattutto di quelli della produzione. Contenimento dei costi da coniugare con un adeguamento della proposta editoriale per il recupero degli ascolti delle reti generaliste e con un più penetrante ingresso in settori del mercato, quali il Web, anche allo scopo di generare nuove opportunità commerciali". E' quanto rileva la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione della Rai per l’esercizio 2013 il cui esito è "sostanzialmente positivo". Nella prospettiva della riduzione dei costi di produzione, rilevano i magistrati contabili, "si inscrive la liquidazione o l'incorporazione di talune società controllate".

Intanto continua a pesare l'evasione del canone. I ricavi della Rai derivanti dal canone di abbonamento "sono cresciuti nel 2013 di circa 7,9 milioni di euro" ma ad un livello inferiore rispetto a quelli conseguiti negli anni immediatamente precedenti: circa 40 milioni di euro nel 2012 e 28 milioni di euro nel 2011. "E’ noto che tali ricavi -sottolineano i magistrati contabili- sono notevolmente compromessi dalla dimensione dell’evasione, stimata nell’ordine del 26% circa, superiore per quasi 19 punti percentuali rispetto alla media europea".

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