Colleziona negli anni commesse milionarie e incursioni, nelle vesti di presidente, nel business del pallone. E oggi torna in primo piano per la richiesta di un indennizzo miliardario per gli appalti di Ancona
Appalti, molti, e squadre di calcio. Edoardo Longarini colleziona negli anni commesse milionarie e incursioni, nelle vesti di presidente, nel business del pallone. E oggi torna in primo piano per la richiesta di un indennizzo miliardario per gli appalti di Ancona, che gli sono stati tolti in seguito a vicende giudiziarie e che lui ha sempre rivendicato, e il conseguente ricorso del ministero delle Infrastrutture.
Originario di Tolentino, dopo essersi diplomato in ragioneria, inizia l'attività di imprenditore nel 1956 e sempre in quegli anni fa il suo ingresso in politica come segretario della Democrazia Cristiana di Falconara. Negli anni settanta fonda la 'Adriatica Costruzioni', società con la quale nei vent'anni successivi ottiene moltissimi appalti pubblici nel capoluogo marchigiano, per un totale di oltre 2000 miliardi di lire. In questo periodo Longarini diviene anche presidente dell'Ancona, guidandolo per la prima volta in Serie A e alla finale della Coppa Italia. Con l'avvento di Tangentopoli viene coinvolto in numerose inchieste che si concludono con una condanna in primo grado a 10 anni per truffa aggravata ai danni dello Stato. Da qui, il ritiro forzato dalla 'sua' Ancona.
Ma al calcio Longarini non sa rinunciare. Nel 1999 acquisisce la Lodigiani, terzo storico club calcistico di Roma, e assieme ad esso il Centro Sportivo, con annesso hotel a 4 stelle, 'La Borghesiana', di cui ancora oggi è proprietario. La gestione calcistica di Longarini è infruttuosa, con due retrocessioni in tre anni, fino alla cessione della squadra nell'estate 2003 al gruppo Cisco. Nel 2005 torna ancora nel mondo del calcio rilevando la Ternana. Ma, anche in questo caso, sembra già vicina la cessione della società.
