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Pil: fisici Cnr inventano l'algoritmo per prevedere la crescita

21 marzo 2015 | 18.00
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Tutto dipende dall'export 'complesso'. " Conviene scommettere sulle nazioni che hanno saputo diversificare il loro paniere con prodotti sofisticati o high tech, ma ancora non hanno incassato i proventi generati" spiega Luciano Pietronero dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr, a capo del team di ricercatori

(Foto Infophoto)
(Foto Infophoto)

Inventato da un team di fisici italiani l'algoritmo che consente di prevedere la crescita. E tutto dipende "dall'export 'complesso'". Ovvero "conviene scommettere sulle nazioni che hanno saputo diversificare il loro paniere con prodotti sofisticati o high tech, ma ancora non hanno incassato i proventi generati" spiega Luciano Pietronero dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr, a capo del team di ricercatori.

Sono dunque fisici e non economisti i ricercatori italiani che hanno messo a punto questo nuovo metodo che potrebbe consentire di prevedere la crescita del Prodotto interno lordo (Pil) di ogni nazione del mondo.

Secondo le previsioni della ricerca, uscita sulla prestigiosa rivista Plos One, "Cina e India continueranno a crescere raggiungendo i 26 miliardi di dollari nel 2022, Senegal, Kenya, Madagascar, Uganda e Tanzania stanno uscendo dalla paralisi economica, Nigeria e Repubblica Democratica del Congo ci potrebbero finire presto".

"I paesi che continueranno a crescere per almeno un altro decennio sono quelli che hanno accumulato un bonus di competitività sul mercato globale che ancora non si è tradotto in un proporzionale aumento di Pil" evidenzia Pietronero che ha condotto lo studio 'Previsioni in economia: la dinamica eterogenea di economic complexity' con l'Università di Roma La Sapienza.

"Il metodo -spiega- mostra come alcuni paesi, che secondo visioni economiche più tradizionali si ritiene siano finiti nella paralisi economica, potrebbero invece esserne già fuori e vantare un'economia in crescita". "Secondo le nostre previsioni, Cina e India continueranno a crescere stabilmente per almeno altri 10 anni, raggiungendo un Pil totale di 26 trilioni di dollari nel 2022".

E nel continente africano, è l'analisi di Pietronero, "Senegal, Kenya, Madagascar, Uganda e Tanzania potrebbero ripercorrere le orme delle 'Tigri Asiatiche', mentre il Sudafrica rischia di essere invischiata nella 'middle-income trap' e Nigeria e Repubblica Democratica del Congo potrebbero finire nella 'poverty trap'".

Il metodo definito 'selective predictability scheme', in controtendenza rispetto alle previsioni economiche standard, si basa sul confronto tra il valore monetario di una nazione - Pil pro capite - e la capacità del suo sistema produttivo di innovare e diversificarsi a partire dalle esportazioni globali (Fitness).

"L'evoluzione e la competitività tra il 1995 e il 2010, misurate in tal modo, ci permettono di prevedere che le nazioni che cresceranno di più nel prossimo decennio sono quelle che hanno aumentato la loro Fitness prima che il Pil, accedendo così a mercati sempre più esclusivi e remunerativi" spiegano Matthieu Cristelli e Andrea Tacchella dell'Isc-Cnr e coautori dello studio.

"Il loro Pil, prima basso se paragonato alla Fitness, ha così iniziato a crescere e che continuerà a farlo per altri dieci anni" aggiungono.

Il metodo è particolarmente utile agli investitori per capire che evoluzione economica subiranno i 'paesi emergenti' e per scovare quelli che diventeranno tali nei prossimi anni. "Guardando alla competitività come a una variabile non uni-dimensionale ma a due dimensioni, quella monetaria e quella misurata dalla fitness, si ottengono previsioni e informazioni inaspettate" assicurano i ricercatori.

Inoltre "emergono dalle previsioni due macro-aree: una zona non caotica detta laminare, dove la Fitness determina la crescita, e una zona con i paesi le cui evoluzioni, a parità di Pil, risultano caotiche e determinate da fattori esogeni incommensurabili come mancanza di politica industriale, guerre civili, disastri naturali o eccessiva dipendenza dall’export di materie prime".

Quindi, per i fisici italiani "l'evoluzione delle economie si evidenzia come un sistema estremamente eterogeneo, anche quando le condizioni iniziali in termini di Pil risultino identiche".

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