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Enti inutili: 'costano' 10 mld l'anno, non si riescono a chiudere/Adnkronos

22 marzo 2015 | 14.00
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Per il Codacons sono circa 500: "Pochi sanno che l'Italia vanta questo non invidiabile record". Dall'Unione italiana Tiro a Segno al centro piemontese di studi africani, sono 'carrozzoni' che pesano sulle casse dello Stato. Il commissario straordinario dell'ente autonomo Fiera dell'Ascensione: "Mandatemi via, non ha più senso" (Ascolta l'audio). In Veneto l'impiegato comunale: "Magari avessi fatto il gondoliere" di Chiara Moretti

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Almeno cinquecento 'carrozzoni' e uno spreco di denaro pubblico per dieci miliardi all'anno. La contabilità degli enti inutili in Italia continua a restituire dati e storie paradossali. Come dimostra una 'autodenuncia', raccolta dall'Adnkronos. "Sogno di andare a casa, di lasciare l'ente autonomo Fiera dell'Ascensione, è medievale. Si sbrighino a chiuderlo", si sfoga il commissario straordinario Donato De Carolis dell'ente autonomo Fiera dell'Ascensione di Francavilla Fontana nel brindisino, finito più volte negli elenchi, sempre ufficiosi, degli enti 'inutili'. "Il mio incarico era per sei mesi - racconta De Carolis - è durato sei anni e sono ancora qui. Non ci sono più dipendenti, perché sono andati in pensione, ma il patrimonio resta ed è inutilizzato. Va chiuso, non ha più ragione di vita".

E' solo uno degli oltre cinquecento casi che, stando alle stime del Codacons, pesano sulle casse dello Stato per circa dieci miliardi di euro all'anno. Dall'Unione italiana Tiro a Segno fino al Centro piemontese di studi africani, passando all'Istituto di sviluppo ippico per la Sicilia e a quello per la conservazione della gondola e la tutela del gondoliere a Venezia.

Le prima legge 'taglia-enti' risale addirittura al 1956. Ma dopo la 'ghigliottina' di Calderoli, Monti e il passaggio di Cottarelli, molti di loro sono ancora in vita. Due anni fa l'allora ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ne auspicava il taglio, dopo quello delle province. Ora, qualcosa sembra muoversi, con la soppressione del Cnel, il promesso e discusso accorpamento delle forze di Polizia con il taglio della Forestale.

"Paura? Solo di morire", risponde con filosofia un orgoglioso dipendente dell'Ente per l'incremento ippico della Sicilia miracolosamente scampato alla sfoltita del governatore Crocetta che definì gli enti inutili "un pozzo di San Patrizio". "Sono stufo di vederci finire sempre agli onori della cronaca, di essere citati come sanguisughe dei contribuenti. In realtà il nostro centro è utile - dichiara chiedendo di restare anonimo -. Manteniamo razze autoctone, noi alleviamo gli stalloni di puro sangue orientale e li forniamo agli allevatori, sennò per loro è antieconomico".

Il parco equini è ampio. Anglo arabo, puro sangue inglese, Sanfratellana, sella italiana e francese, oltre all'asino ragusano. "Soldi dei contribuenti? Abbiamo delle entrate proprie, quelle delle aste, ma non riusciamo a coprire tutte le spese. Con quel 'poco' che ci danno manteniamo in buona salute un patrimonio immobiliare da cinquanta milioni di euro, ci guadagnano, altroché - aggiunge -. Qua a Catania siamo nella casa degli Esercizi spirituali dei Gesuiti, è antica, l'abbiamo restaurata noi. E poi siamo in trentanove a lavorarci, mica poi tanti".

Dalla Sicilia a Venezia, dove è ancora 'vivo e vegeto' l'istituto per la conservazione della Gondola e la tutela del Gondoliere. "Siamo impiegati comunali, ci occupiamo delle pratiche - risponde uno dei dipendenti -. Per vedere le gondole? Se vuole l'accompagno ai cantieri, ma il museo poi alla fine non si è fatto. Nello stabile c'era l'amianto". A luglio dell'anno scorso il bando per la partecipazione al corso per diventare gondoliere. Il prossimo? "Non lo so quando lo faremo, richiami tra qualche mese - aggiunge - Il costo? L'iscrizione cinquanta euro, poi la scuola sui mille euro a testa. Si trova lavoro? Sì e poi lo stipendio non è mica come il nostro. Si guadagna più che bene. Magari avessi fatto il gondoliere".

Nel Lazio l'Istituto regionale per le Ville Tuscolane

Resta ancora in vita l'Istituto Regionale per le Ville Tuscolane. "Paura della soppressione? Non credo che la faccenda ci riguardi" risponde una dipendente. L'ente è chiamato, scrivono sul sito, a "promuovere, divulgare e incentivare la conoscenza delle Ville", oltre a curarne la manutenzione, dello stabile, e anche dei giardini.

Le colline romane non sono i 'Castelli della Loira', però. "Le vuole visitare? Subito? Alcune aprono solo qualche giorno all'anno in occasioni speciali, altre sì il giardino, altre ancora si possono vedere solo su appuntamento. Sono private" ci rispondono al numero indicato per le visite.

A Frascati c'è la bellissima villa Aldobrandini con gli affreschi del Cavalier d'Arpino, il maestro di Caravaggio, dove si tengono altrettanto blasonati ricevimenti. "Visite? Venti euro a persona per vedere il giardino, il ninfeo e il Parnaso più ottanta euro il rimborso spese per la guida". Villa Falconieri invece è sede di un ente 'temutissimo' e discusso dagli studenti di mezzo mondo: l'Invalsi. Altre due sono dei Salesiani. Nella prima, a villa Sora, c'è una scuola, nella seconda il Grand Hotel Villa Tuscolana con un centinaio di stanze e un centro benessere. "Può vedere il giardino, ma per l'interno dovrebbe essere ospite del nostro albergo" rispondono cordiali. Ma a sorprenderci di più è villa Arrigoni Muti a Grottaferrata di "proprietà", si legge sul sito di un ente immobiliare.

Corsi di musica e computer all'Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo

Tra gli enti miracolosamente scampati ai diversi tentativi di riordino c'è anche l'Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo. Un problema, quello dell'analfabetismo, che 'resta' secondo, gli ultimi dati Istat, ma in modo estremamente ridotto. Se nel 1961 riguardava l'8,7% degli italiani nel 2011 circa l'1% della popolazione.

"Siamo una sorta di università della terza età, organizziamo anche conferenze e concerti gratuiti" dice l'impiegata quasi stupefatta di fronte alla nostra richiesta di un corso base di lettura e scrittura. "La lingua italiana c'è, ma per stranieri. Abbiamo altri corsi per l'uso dell'iPad, Word, Internet Explorer ed Excel".

Gratuiti? "No a pagamento, dal più economico, poco più di un centinaio di euro per imparare a usare il tablet di Apple, a quelli più costosi sui trecentocinquanta, massimo quattrocento euro" per gli analfabeti di oggi, quelli digitali. "I tempi cambiano, queste sono le richieste che abbiamo" commenta sorridente l'impiegata.

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