Il direttore generale Monica Maggioni, il boom nel giro di 5 anni. Ma le rilevazioni sono ancora poco codificate e si basano su mega-dati mentre per le aziende avere dati precisi è fondamentale
"L'investimento che oggi le aziende fanno su internet nel complesso vale il 26% degli investimenti pubblicitari" mentre fino a cinque anni fa equivaleva al "4-5%". A certificare cosi' il boom del web in termini di veicolo per l'advertising è Giovanna Maggioni, direttore generale di Upa, l'associazione che raggruppa gli investitori pubblicitari. L'occasione per fare il punto sull'incidenza di internet nel mondo della pubblicità è la presentazione del Dodicesimo Rapporto sulla comunicazione elaborato dal Censis con un titolo non casuale: "L'economia della disintermediazione digitale".
Maggioni ha spiegato che a fronte di questi valori, la spesa complessiva in termini di pubblicità che le aziende convogliano sul web non si puo' dunque piu' considerare "marginale" come si faceva quando la spesa equivaleva a percentuali intorno al 4%.
All'impennata degli investimenti sul web, osserva pero' Maggioni, non corrisponde ad oggi una rilevazione della fruizione precisa come per gli altri mezzi. I dati di rilevazione relativi all'online "non sono cosi' 'codificati' come per la tv, la stampa e la radio: si tende piu' a un utilizzo dei megadati", osserva, mente per le aziende che investono "una metrica precisa e ben regolamentata" dei dati "e' fondamentale".
"Chiunque di noi che utilizza il web non sempre guarda un video per tutta la sua durata specie se è 'skippabile' ma oggi ancora questo non è reso evidente". Mentre "ci vuole trasparenza per ottimizzare gli investimenti".
