cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 11:45
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Twitter: è Periscope-mania, nuovi orizzonti per 'citizen journalism'/Adnkronos

01 aprile 2015 | 15.35
LETTURA: 5 minuti

L'app permette di trasmettere rapidamente in streaming qualsiasi cosa si vede dal proprio telefonino, annunciandolo su Twitter. Nel giorno del lancio più di un utente ha ripreso un incendio a New York mostrando le potenzialità. Ma non vanno dimenticati i problemi con la privacy e il rischio pornografia

Twitter: è Periscope-mania, nuovi orizzonti per 'citizen journalism'/Adnkronos

La nuova moda nei social è Periscope, l'app per iPhone che permette di mandare in diretta streaming, comunicandolo su Twitter, quello che si riprende dal cellulare. Quando l'utente decide di condividere un momento, spesso privato e che molte volte non interessa alla comunità, sulla timeline dei follower appare l'annuncio con il relativo tag #periscope. La stessa diretta appare nella schermata dell'app assieme a tutte quelle che in quel preciso momento sono in corso. Alcune, al loro termine, possono essere riviste per 24 ore. Altre scompaiono, a testimonianza del fatto che Periscope punta alla diffusione dei contenuti immediati e non alla loro registrazione e riproposizione all'infinito in un web già saturo di filmati di ogni genere.

Dopo pochi giorni dal lancio dell'app di Periscope, startup acquistata da Twitter e che è arrivata nell'Apple Store il 26 marzo, i numeri delle dirette sono cresciuti a dismisura con decine di migliaia di trasmissioni al giorno, circa 30mila. Con singolari trend, come quello che ha coinvolto gli aspiranti broadcaster nel riprendere il proprio frigorifero per la curiosità della community che commentava entusiasta in tempo reale.

Al di là di questi frivoli eventi, è chiaro che Periscope potrebbe giocare un ruolo interessante nell'informazione. Non c'è voluto molto tempo per confermarlo: nello stesso giorno del lancio dell'app, giovedì scorso, più di una persona ha colto l'occasione e ha trasmesso la diretta di un incendio scoppiato nell'East Village di New York. C'è da aspettarsi in un futuro non troppo lontano che il 'citizen journalism', il giornalismo partecipativo dove il lettore diventa scrittore, finalmente conosca un momento d'oro grazie a questo genere di piattaforme streaming semplificate e che possono raggiungere più utenti di quanti ne raggiungano televisioni on line relegate a un solo dominio web.

Lo streaming privato sul web non è una novità introdotta da Periscope: basti pensare a Streamago di Tiscali, Hangout di Google, un po' meno orientato al live privato ma più alle videoconferenze per lavoro, a YouTube e ai canali in diretta che però, solitamente, garantiscono un certo livello del contenuto a differenza di Periscope, che punta sull'immediatezza a scapito della qualità. Eppure quest'ultimo cavalca il successo del momento. I motivi, principalmente, sono due: il più ovvio è l'integrazione con Twitter. Mai nessuno aveva unito due social nemmeno troppo diversi in questo modo: uno permette la diretta immediata testuale e l'altro la stessa cosa in formato video.

Sony diversi anni fa aveva lanciato il suo Social Live, un sistema simile a Periscope che permetteva di trasmettere 15 minuti di diretta agli amici, sfruttando la bacheca di Facebook e la timeline di Twitter. Un esperimento passato in sordina probabilmente perché legata al marchio dell'azienda giapponese e al suo solo smartphone Xperia Z1. Periscope, invece, è svincolata da marchi e anche se al momento è presente solo su iPhone, a breve arriverà la versione per Android, ampliando in modo sensibile la platea.

Il secondo motivo è l'immediatezza. Non bisogna organizzarsi né pensare troppo: con un tocco sullo schermo si va in diretta e si trasmette quello che la fotocamera vede. La cosa più complicata da fare con Periscope è scegliere quale cam utilizzare, se quella anteriore o quella sul retro del telefono. Crea immediatezza persino il formato scelto per le riprese, quello verticale: non serve nemmeno ruotare il cellulare per iniziare. Quest'ultima feature è stata oggetto di critiche perché non si tratta del formato standard. Ma a cosa sarebbe servita la compatibilità con la televisione o il cinema in una piattaforma che 'uccide' i contenuti non appena si smette di trasmetterli e che è dedicata esclusivamente al mobile?

Come per ogni novità, anche su Periscope c'è qualche nuvola nera all'orizzonte. Intanto c'è l'incognita dell'interesse che nel tempo susciterà l'app se, nel mare immenso delle dirette, continueranno a farla da padrone quelle sul proprio frigorifero, sulla passeggiata con il cane al parco. Non sarebbe la prima volta che un social conosca un momento d'oro per poi vederlo esaurire in breve tempo per la monotonia e la scarsezza di qualità dei contenuti.

C'è poi il rischio pornografia, come è successo con ChatRoulette. Senza un filtro, difficile da applicare per qualcosa che è in diretta, c'è la possibilità che più di una persona decida di condividere contenuti poco eleganti con la comunità. Infine il capitolo privacy: chiunque potrebbe finire in una diretta video di un altro utente senza volerlo, con tutti i rischi che ne conseguono sia per chi è stato ripreso, sia per chi ha mandato on line lo streaming.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza