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Grecia: Telegraph, dracma e nazionalizzazioni in piano B di Atene

03 aprile 2015 | 11.32
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Indiscrezioni raccolte dal Telegraph. Senza un accordo sul piano Ue-Bce-Fmi, il governo non potrà ottemperare ai pagamenti al Fmi di 458 mln di euro il 9 aprile e di salari ed indennità sociali il 14 aprile.

Grecia: Telegraph, dracma e nazionalizzazioni in piano B di Atene

Nazionalizzazione delle banche, coesistenza dracma-euro e messa in mora dai pagamenti per l'Fmi. E' questo, secondo fonti citate dal 'Telegraph', il piano d'emergenza che sta definendo la Grecia nel caso non raggiungesse l'accordo con l'Ex troika per l'esborso dell'ultima tranche da 7,2 mld di euro del piano di salvataggio, indispensabile per ottemperare agli impegni finanziari.

"Chiuderemo le banche e le nazionalizzeremo, e quindi emetteremo certificati di debito se dobbiamo, e sappiamo tutti cosa questo significhi. Di certo non diventeremo un protettorato dell'Ue", ha detto la fonte, spiegando che ovviamente questo comporta un ritorno alla dracma, ma è ovvio che sarebbe preferibile raggiungere un'intesa con l'Ue, la Bce e l'Fmi. Il punto è che il governo non ottempererà ai pagamenti al Fmi 458 mln di euro il 9 aprile, né di salari ed indennità sociali il 14 aprile, in assenza del via libera alle risorse Ue. "Siamo un governo di sinistra e se dobbiamo scegliere tra non pagare il Fmi e non pagare i nostri cittadini, la scelta è scontata", dice al Telegraph un dirigente del partito del premier Tsipras. "Vogliono costringerci al rituale dell'umiliazione. Stanno cercando di metterci con le spalle al muro - dice la fonte - e scegliere tra il default verso la popolazione e sottoscrivere un accordo che è politicamente tossico per noi. Se questo è il loro obiettivo, noi non ci stiamo".

Non ripagare l'Fmi sarebbe di fatto un default ma il governo vorrebbe trovare una formula di compromesso e prevedere una procedura di messa in mora, una sorta di pre-default, nel corso del quale continuare a trattate con la troika. Di certo risultare insolvente, anche solo di qualche giorno, verso l'Fmi è una strategia estremamente rischiosa. Nessun paese sviluppato è mai stato inadempiente nei confronti delle istituzioni di Bretton Woods e sebbene ci sarebbe un periodo di grazia di sei settimane, prima che il Fondo dichiari il fallimento tecnico del paese, il processo potrebbe avere sviluppi inaspettati.

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