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Def, Renzi: "Né tagli né aumenti tasse". Venerdì il varo definitivo

07 aprile 2015 | 08.22
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La crescita viene rivista in lieve rialzo: +0,7% nel 2015, +1,4% nel 2016 e +1,5% nel 2017. Comuni e Regioni avevano espresso le loro preoccupazioni per eventuali tagli. Prima di venerdì, ha annunciato il premier, incontreremo Comuni e Regioni se necessario. Padoan, "le aspettative di un aumento delle tasse sono state disattese". Giovedì incontro tra Renzi e sindaci poi vertice città metropolitane

Def, Renzi:

Il Cdm di oggi ha avviato l'esame del Def e l'approvazione ci sarà "venerdì mattina". Così il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri di oggi, sottolineando che nel Documento di economia e finanza "non ci sono tagli né aumento di tasse". Da quando siamo al governo, rileva, "il segno che c'è stato è sempre stato quella della riduzione e tutte le previsioni di sventura sono state smentite. Così è stato sulla riduzione della pressione fiscale, con il bonus degli 80 euro. Per questo dire il contrario suona come un controsenso per cittadini".

Le aspettative di un aumento delle tasse, sottolinea il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, "sono state disattese: questo lo dico - aggiunge - perché in queste settimane e mesi c'è stato un tam tam dei media su un aumento delle tasse, e questo è semplicemente falso e che l'impegno del governo è credibile lo dimostrano gli 80 euro". Se la crescita, sottolinea Padoan, "sarà migliore delle attese, le clausole saranno disinnescate automaticamente".

Nel documento la crescita viene rivista in lieve rialzo: +0,7% nel 2015, +1,4% nel 2016 e +1,5% nel 2017. Il deficit/pil si dovrebbe attestare al 2,6% nel 2015, all'1,8% nel 2016 e all'0,8% nel 2017. Il rapporto debito/pil nel 2015 sarà al 132,5% e nel 2016 scende al 130,9% e poi al 123,4 nel 2018. La regola del debito, rileva Padoan, "sarà soddisfatta nel 2018".

Il quadro macroeconomico, spiega ancora il ministro dell'Economia illustrando le stime contenute nel Documento, "migliorerà i risultati e se si consolida la fiducia dei cittadini, delle imprese, dei mercati e delle istituzioni allora le aspettative potrebbero essere sbagliate per difetto e i numeri più positivi. Siamo stati prudenti", aggiunge Padoan al termine del Cdm.

Il premier non manca di rispondere alle preoccupazioni dell'Anci e delle Regioni. "Prima di venerdì -sottolinea Renzi- incontriamo i comuni e se c'è bisogno anche le regioni, ma ribadisco: non ci sono tagli per il 2015. Punto. Che poi nel 2016, 2017 e 2018 la revisione della spesa debba continuare è un dato di fatto".

Sui proventi della spending review nel Def "prudenzialmente scriviamo lo 0,6% del Pil, abbiamo convenuto così ma pensiamo ci sia un margine migliore", rileva Renzi. "All'inizio, nei programmi del governo, avevamo detto che c'è uno spazio per tagliare 20mld di euro, 10mld sono circa lo 0,6. Se riusciremo a fare tutti questi tagli ci sarà poi una discussione tra chi vuole ridurre le tasse e chi vuole mettere i soldi in qualcosa di diverso. Ma ci arriveremo", aggiunge il premier.

Comuni e Regioni, infatti, non avevano nascosto le loro preoccupazioni per nuovi eventuali tagli. "La scure di tagli che rischia di abbattersi sui Comuni con il Def è inaccettabile", aveva sottolineato, prima che iniziasse il Cdm, Pio Del Gaudio, componente del Comitato Direttivo dell’Anci nazionale e sindaco di Caserta sui possibili tagli contenuti nel Def. "In questi anni, insieme agli enti locali, noi Comuni abbiamo partecipato in maniera fondamentale al risanamento del bilancio dello Stato sopportando tagli che hanno minato gravemente la nostra sopravvivenza e che, dal 2011 ad oggi, superano i 25 miliardi di euro. Ma oggi il Governo ci chiede ulteriori sforzi che noi sindaci non possiamo più sostenere''.

Anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, era stato piuttosto chiaro: "vediamo, non ho visto nessun testo. Posso solo dire che le Regioni non possono più dare nulla". Ancora non abbiamo trovato l'intesa sui tagli della precedente legge di stabilità, ha spiegato Chiamparino facendo riferimento al lavoro per definire i criterio del riparto della sforbiciata alla sanità, "sarebbe paradossale pensare a nuovi tagli".

Anche il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e governatore della Campania, Stefano Caldoro, aveva espresso le sue perplessistà: "con le Regioni siamo impegnati in prima linea con responsabilità e non è mai mancato il nostro contributo. Ma è evidente che su sanità e trasporti non si possono fare altri tagli e non si possono penalizzare i cittadini e il nostro compito è impedirlo". Più duro il presidente leghista del Veneto Luca Zaia: "è vergognoso pensare di risolvere i problemi continuando a tagliare, senza colpire i spendaccioni e chi spreca".

Il documento, con la strategia economica del governo per il prossimo triennio, che oggi è stato all'esame del Cdm si compone di 5 volumi, tra i quali l'allegato infrastrutture, la parte sulla revisione della spesa, il piano nazionale per le riforme. Entro il 30 del mese il Def andrà trasmesso a Bruxelles, nel quadro del consueto monitoraggio sulle politiche di bilancio previsto dalle regole europee per tutti i paesi membri.

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