Il presidente della Confederazione Nazionale delle Piccole e Medie Imprese all'Adnkronos: "I dati di Unimpresa non mi sorprendono affatto né sono troppo lontani dalla realtà". Per l'associazione il governo deve essere più vicino al Paese reale e mettere in campo una vera politica industriale
La stangata fiscale da oltre 100 miliardi di euro nei prossimi 5 anni stimata oggi nel report del Centro studi di Unimpresa "non mi sorprende, anzi la ritengo più che probabile". E' Alessio Lattuca, presidente di Confimpresa Euromed, la Confederazione Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, a intervenire così, parlando con l'Adnkronos, sullo studio tecnico diffuso oggi. "Non solo non mi sorprende, ma condivido le stime di questo report" aggiunge. "Basti pensare -osserva Lattuca- che il Def non fa cenno al patto di stabilità e che è molto probabile l'aumento dell'Iva". "Il problema è -continua il presidente di Confimpresa Euromed- che non credo che il Governo abbia idea di cosa sia il Paese reale, visto che non c'è una politica industriale nè una politica agroindustriale".
"Solo in Sicilia ci sono oltre 400mila ettari incolti e in pancia di Esa, l'Ente agricolo siciliano, altri 50mila ettari incolti. Diamoli ai giovani, ma a spingere in questa direzione deve essere un coordinamento politico centrale" afferma ancora Lattuca. Eppure, aggiunge, "basterebbe anche solo un po' di buonsenso, chiedere, ad esempio, all'Ue il sostegno contro il rischio idrogeologico. Un dramma che sta per spazzare via anche immani tesori artistici del nostro Paese, tra cui la cattedrale di Agrigento che perderemo perchè tutta la collina su cui si trova franerà a causa dell'abusivismo edilizio che ha eroso il territorio". Lo studio di Unimpresa, insomma, conclude Lattuca, "non è affatto lontano dalla realtà, anzi. Non sono contro Renzi, penso però che il suo Governo non sia distante dai precedenti".
