Zsolt Darvas, senior fellow del think tank economico Bruegel di Bruxelles stempera gli allarmismi: le entrate fiscali elleniche e l'avanzo primario sono migliorati e che il paese vanta un considerevole stock di asset per un valore complessivo di 86,6 mld di euro a fine settembre
Nessun rischio imminente di default, ma nel medio periodo il crack potrebbe essere inevitabile. Zsolt Darvas, senior fellow del think tank economico Bruegel di Bruxelles, interpellato dall'Adnkronos, stempera gli allarmismi sul caso Grecia.
"Atene ha risorse fino a giugno, non è vero che resterà a secco se entro la fine di questo mese non dovesse raggiungere l'accordo con Ue-Bce-Fmi sulla nuova tranche del prestito", afferma Darwas, rilevando che le entrate fiscali elleniche e l'avanzo primario sono migliorati e che il paese vanta un considerevole stock di asset per un valore complessivo di 86,6 mld di euro a fine settembre.
I toni d'urgenza usati fino a ieri dal ministro ellenico Yanis Varoufakis sembrerebbero per lo più dovuti al gioco delle parti, secondo l'economista, "una specie di drammatizzazione" davanti all'ex troika, ma anche agli elettori che hanno votato Syriza e il suo programma anti-austerity che oggi rischia di essere disatteso.
Intanto le trattative sull'asse Atene-Bruxelles per sbloccare 7,2 mld di nuovi aiuti a fronte di un serio programma di riforme vanno avanti. "Non è vero che i negoziati tra i tecnici greci e quelli Ue siano in stallo, si lavora, si continua a trattare e l'ultima proposta presentata da Atene è più dettagliata delle precedenti, quindi sono fiducioso che si possa trovare un accordo entro giugno". E se questo non fosse possibile? "Allora il rischio di default sarebbe reale" ma l'eventuale impatto sulla zona euro non sarebbe devastante come all'alba delle crisi nel 2012. "Oggi la zona euro è meno esposta agli effetti di un contagio, grazie al Quantitative easing della Bce e grazie all'Unione bancaria - spiega Darvas - Non credo quindi ne risentirebbe nel breve termine ma i rischi potrebbero palesarsi nel medio periodo, con il progetto dell'euro che non verrebbe più percepito come irreversibile".
Intanto però l'incertezza pesa sui mercati, con gli spread sui titoli di stato che sono tornati a salire. "E' normale, la calma tornerà quando ci sarà chiarezza, ecco perché ogni giorno è una perdita, non tanto per la zona euro, ma per la Grecia in termini di impatto sull'economia e sui conti pubblici. E' per questo - conclude l'economista - che auspico si possa raggiungere un accordo al più presto".