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Whirlpool conferma la chiusura del sito di Caserta, 12 ore di sciopero entro maggio

20 aprile 2015 | 15.43
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Il confronto con i sindacati si interrompe bruscamente. Finisce così, dopo appena qualche minuto dall'avvio, la trattativa tra Fim Fiom Uilm e Ugl e i vertici italiani dell'azienda. L'azienda: "Disponibili a confronto ma convinti del piano". Guidi convoca le parti il 27 aprile

Whirlpool conferma la chiusura del sito di Caserta, 12 ore di sciopero entro maggio

Whirlpool non cede di un passo sul piano indust riale, conferma esuberi e chiusure, e Fim Fiom Uilm e Ugl rompono la trattativa e proclamano un pacchetto di 12 ore di scioperi in tutto il Gruppo entro il 10 maggio prossimo. E' stato un muro contro muro, tra azienda e sindacati, quello andato in onda oggi nel corso del confronto che avrebbe dovuto avviare il negoziato sul piano di riorganizzazione presentato dalla multinazionale americana che prevede oltre 1300 esuberi, la chiusura del sito Indesit di Carinaro a Caserta, la dismissione del sito di None e la cessazione di quello di Albacina (Fabriano). Immediata anche la risposta del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, che aveva già criticato l'impatto sull'occupazione della decisione dell'azienda, e ha convocato le parti per lunedì prossimo.

E la tensione davanti ai cancelli delle fabbriche ex Indesit torna inevitabilmente a salire. Imperturbabili i vertici italiani di Whirlpool che alla fine dell'incontro, durato pochi minuti, giusto il tempo per i sindacati di ascoltare la riconferma di obiettivi e numeri, hanno parlato solo attraverso un comunicato. "Ribadiamo la massima disponibilità ad un confronto aperto, trasparente e collaborativo. E restiamo fortemente convinti della solidità e della validità del piano industriale", dice in sintesi l'azienda il cui obiettivo è e resta "quello di dare continuità e un futuro sostenibile all'azienda in Italia attraverso il riassetto della produzione e l'innovazione di processo e di prodotto da garantire con un livello di investimento pari a 500 milioni di euro". Un investimento che secondo la multinazionale, "rilancia di fatto il Paese ponendolo al centro della strategia europea dell'azienda".

Una decisione, quella dei sindacati, arrivata al termine di una lunghissima riunione di coordinamento durante la quale sono emerse 'sensibilità' diverse che, in un insolito capovolgimento di ruoli, ha visto la Fiom in qualche modo 'resistere' alla volontà di Fim e Uilm di andare allo scontro nel caso la multinazionale avesse confermato numeri e obiettivi del piano. Un atteggiamento decisamente più dialogante, quello delle tute blu della Cgil convinte della necessità di andare a verificare possibili margini di trattativa, poi rientrato nel corso della riunione collegiale con i vertici italiani dell'azienda per non incrinare e indebolire il fronte sindacale.

Un fronte che apprezza la mossa del Mise ma che attende la convocazione di Palazzo Chigi sopratutto dopo la disponibilità data dal premier Matteo Renzi, nei giorni scorsi ai lavoratori di Caserta, di farsi mediatore del conflitto. Intanto anche la Commissione Industria del Senato ha convocato le parti per mercoledì prossimo. "Non possiamo condividere un piano industriale, come quello presentato da Whirlpool, ma non abbiamo pregiudiziali a valutare soluzioni diverse che possano scaturire anche dai confronti aziendali dei prossimi giorni", dice Michela Spera, segretaria nazionale Fiom ricordando anche la parte positiva del piano dai 500 mln di investimenti annunciati dall'azienda al rientro di volumi significativi di produzione dai paesi esteri (Cina, Turchia e Polonia), dalla conferma del nostro paese come asse fondamentale su cui ruotare il "sistema Europa" alla moratoria per i licenziamenti fino a tutto il 2018. Anche la Fim sollecita una revisione del piano industriale. "Abbiamo rotto il tavolo di trattativa perché non aveva nessun senso riascoltare il piano industriale presentato il 16 aprile scorso contenente gli stessi elementi inaccettabili e con la premessa aziendale di nessuna disponibilità a modificarne gli elementi relativi alla chiusura dei siti e dei licenziamenti", spiega il leader Fim, Marco Bentivogli riportando anche la volontà dell'azienda di varare "un’ulteriore ridimensionamento dei lavoratori indiretti".

"Il comportamento di Whirlpool non è accettabile, va rispettato l’accordo del 3 dicembre 2014 che l’azienda ben conosceva al momento dell’acquisto di Indesit e che non può considerare carta straccia e con esso i lavoratori da licenziare. Si rispettino gli impegni e torneremo a discutere ma per soluzioni che non lascino nessuno senza lavoro" conclude Bentivogli. E' sopratutto il Governo dunque, che "deve convocare le parti a Palazzo Chigi", torna a sollecitare chiede il leader Uil, Carmelo Barbagallo preoccupato del fatto che "la situazione rischi di precipitare". Il piano della Whirlpool d'altra parte, prosegue, "è inaccettabile perchè in netto contrasto con i contenuti dell’accordo del dicembre 2013: i patti vanno rispettati e il confronto deve partire dal presupposto che stabilimenti e occupazione siano salvaguardati", conclude. Ma per l'Ugl, l'esecutivo "non può limitarsi a ruolo di mediatore o di garante ma deve ottenere il ritiro di un piano che prevede la "cancellazione di interi stabilimenti e posti di lavoro". C’è in una parola bisogno, conclude, "di far capire a chi opera e a chi intende investire in Italia che il nostro Paese sa fare squadra e si sa difendere".

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