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Lavoro: ministero, a marzo 92mila contratti in più

23 aprile 2015 | 12.01
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E' il saldo tra le attivazioni, 641.572, e le cessazioni, 549.273, secondo i dati diffusi dal ministero del Lavoro. L'analisi di Dell'Aringa: "Meno precarietà ma resta problema occupazione". Intanto, secondo l'Istat, ci sono 7,3 mln di dipendenti in attesa di rinnovo di contratto e le retribuzioni sono ferme a marzo ma in crescita dell'1% sull'anno

Lavoro: ministero, a marzo 92mila contratti in più

Effetto Jobs act e decontribuzione nel mercato del lavoro. Sono 92.299 in più i contratti di lavoro attivi a marzo. E' il saldo tra le attivazioni, 641.572, e le cessazioni, 549.273, secondo i dati diffusi dal ministero del Lavoro.

Il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è dunque pari a 641.572. Di questi 162.498 sono contratti a tempo indeterminato, 381.234 sono contratti a tempo determinato, 16.844 sono contratti di apprendistato, 36.460 sono collaborazioni e 44.536 sono le forme di lavoro classificate nella voce “altro”. Sono state 40.034 le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato, erano 22.116 nello stesso periodo del 2014. Il numero di cessazioni di rapporti di lavoro è pari a 549.273. Di questi, 131.128 sono a tempo indeterminato, 310.566 a tempo determinato, 14.953 sono contratti di apprendistato, 46.173 sono collaborazioni e 46.453 sono le forme di lavoro classificate nella voce “altro”.

Nell'analisi di Carlo Dell'Aringa, ex sottosegretario al Lavoro, "si riduce la precarietà, con uno spostamento dei contratti a termine verso quelli a tempo indeterminato, ma non si risolve il problema dell'occupazione". Dai dati, spiega, emerge "un segnale forte" soprattutto per quello che riguarda le assunzioni a tempo indeterminato. Ma "non bisogna lasciarsi andare a un eccessivo ottimismo, assecondando aspettative troppo alte", sull'occupazione complessiva.

Intanto, secondo i dati Istat, i contratti collettivi in attesa di rinnovo sono 40 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 7,3 milioni di dipendenti, di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego.

Mentre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie risulta invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell'1,0% nei confronti di marzo 2014. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,0% rispetto al corrispondente periodo del 2014.

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