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Grecia, cinque anni fa il salvataggio ma Atene ancora sull'orlo del precipizio

02 maggio 2015 | 12.43
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Era il 2 maggio del 2010 quando l'Ue, insieme a Fmi e Bce, diede il via libera all'accordo per il prestito da 245 miliardi di euro per evitare il default di Atene. Oggi la Grecia resta ancora a rischio mentre procedono a ritmi serrati i negoziati con il Brussels Group per sbloccare l'ultima tranche di aiuti e scongiurare il crack

Grecia, cinque anni fa il salvataggio ma Atene ancora sull'orlo del precipizio

Cinque anni dopo il via libera al più grande piano di salvataggio della storia in favore di un singolo paese, la Grecia è ancora sull'orlo del precipizio. Era il 2 maggio del 2010 quando l'Ue, insieme ad Fmi e Bce, diede il via libera all'accordo per il prestito da 245 mld di euro per evitare il default di Atene. Il tutto con l'obiettivo che la Grecia tornasse a crescere e tornasse nei mercati nel giro di tre anni. A distanza di mezzo decennio, il pil è tornato a salire dopo sei anni di recessione, ma traballa ancora, l'approdo della Grecia sui mercati contando esclusivamente sulle proprie gambe appare ancora lontano e permane il rischio di un'uscita dall'euro.

Dal 30 aprile è in corso una vera e propria maratona negoziale tra il Brussels Group (come è stata ribattezzata la troika) e il nuovo team scelto dal premier Tsipras per smussare la posizione del combattivo ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis. Si punta a trovare un'intesa entro il 9 maggio, in modo che l'Eurogruppo dare luce verde definitiva l'11 e il 12 il ministero delle Finanze greco abbia le risorse necessarie per il pagamento dei 773 milioni di euro dovuti al Fondo monetario internazionale.

Atene lavora a una nuova lista di riforme per centrare l'obiettivo del saldo di bilancio imposto dall'Ue, dopo la bocciatura de facto delle precedenti proposte giudicate "poco dettagliate e ambigue". Nell'ultima versione delle proposte elleniche, secondo indiscrezioni, compare il progetto di unificare l'Iva al 18% e di rinviare al 2016 dell'abolizione dell'imposta sulla casa, misure queste che se confermate potrebbero sbloccare l'ultima tranche da 7,2 mld di euro del piano di salvataggio e ridare ossigeno alle casse elleniche.

Meno convincenti per gli sherpa Ue le entrate in arrivo dalla lotta all'evasione sbandiera del governo Tsipras in quanto difficilmente quantificabili, come anche il progetto di aumentare le tasse agli oligarchi. Mentre le posizioni restano ancora distanti sulla richiesta di tagli alal spesa pubblica, statali e pensioni in testa. L'obiettivo del Brussels Group è una lista completa, definitiva e dettagliata con tanto di cronoprogramma e impatto sul bilancio degli interventi del governo Tsipras, così come Atene si era impegnato a fare il 20 febbraio scorso.

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