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A marzo vendite al dettaglio -0,1% su mese, -0,2% su anno

22 maggio 2015 | 13.51
LETTURA: 3 minuti

Nel confronto con febbraio 2015, rileva l'Istat, diminuiscono dello 0,1% sia le vendite di prodotti alimentari, sia quelle di prodotti non alimentari. Rispetto a marzo 2014 l'indice del valore delle vendite di prodotti alimentari aumenta dello 0,7%, quello dei prodotti non alimentari, invece, diminuisce dello 0,8%

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Le vendite al dettaglio hanno registrato, a marzo, un calo dello 0,1% rispetto al mese precedente. Rispetto a marzo 2014, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione dello 0,2%. Lo rende noto l'Istat in un comunicato.

Nella media del trimestre gennaio-marzo 2015, l’indice registra una variazione nulla rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con febbraio 2015, diminuiscono dello 0,1% sia le vendite di prodotti alimentari, sia quelle di prodotti non alimentari. Rispetto a marzo 2014, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione dello 0,2%. L’indice del valore delle vendite di prodotti alimentari aumenta dello 0,7%, quello dei prodotti non alimentari, invece, diminuisce dello 0,8%.

Con riferimento ai primi tre mesi del 2015, l’indice grezzo registra una variazione positiva dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2014; le vendite di prodotti alimentari segnano un aumento dell’1,2%, quelle dei prodotti non alimentari, invece, segnano una diminuzione dello 0,1%.

Il dato sulle vendite al dettaglio di marzo "è solo leggermente peggiore rispetto alle nostre attese", commenta l'Ufficio studi di Confcommercio: "la ripresa si conferma piuttosto lenta e sta interessando comunque comparti di spesa non coperti dall’indice delle vendite al dettaglio".

Nei servizi, nell’area della mobilità e dell’acquisto di auto, spiega l'Ufficio studi di Confcommercio, "le tendenze sono sensibilmente migliori. Attualmente, la maggiore preoccupazione riguarda la divaricazione tra le vendite al dettaglio per formato: le superfici medie e grandi, seppure con difficoltà, sono fuori dalla crisi, mentre gli esercizi più piccoli sono ancora distanti dall’aver recuperato il volume di vendite del 2014 e ciò testimonia qualche colpo a vuoto nell’innesco della crescita".

Per Confcommercio, "resta prioritario consolidare la fiducia mediante chiare indicazioni sul futuro fiscale degli italiani. Non è verosimile rivedere al rialzo i piani di spesa per consumi nella prospettiva di nuovi incrementi della tassazione, legati soprattutto alle clausole di salvaguardia".

Per il Codacons i dati sulle vendite al dettaglio del mese di marzo "confermano l’allarme lanciato a più riprese dal Codacons: la spesa delle famiglie non riprende e il commercio versa ancora in una situazione di crisi''. L’ennesimo calo delle vendite al dettaglio, osserva il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, "attesta lo stato di difficoltà delle famiglie italiane. Un dato ancor più negativo se si considera che già nel 2014, secondo l’Istat, le vendite erano diminuite complessivamente del -1,2%. Numeri che sconfessano gli analisti, i quali individuavano nei primi mesi del 2015 il periodo della ripresa dei consumi che, di fatto, non c’è stato".

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