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Lamborghini: firmato protocollo per nuovo modello a Sant'Agata Bolognese

27 maggio 2015 | 19.24
LETTURA: 3 minuti

Audi investirà fino a 700 mln, sconfitta la concorrenza slovacca

La firma dell'intesa a Palazzo Chigi
La firma dell'intesa a Palazzo Chigi

Nascerà a Sant’Agata Bolognese, 'casa' di tutte le Lamborghini, il nuovo Suv del marchio emiliano, frutto di un investimento che dovrebbe aggirarsi fra i 700 e gli 800 milioni di euro (dettaglio rivelato involontariamente dal padrone di casa, il presidente del Consiglio Matteo Renzi) e creerà almeno 500 posti di lavoro, più quelli dell'indotto.

Il protocollo d'intesa sul progetto industriale è stato infatti siglato a Palazzo Chigi dai protagonisti di quella che è stata - come ha spiegato il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi "una dura e complessa trattativa": al tavolo, oltre alla stessa Guidi, anche Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa), la Regione Emilia Romagna, e naturalmente i top manager di Audi, che dal 1998 controlla il marchio italiano.

L'intesa porterà quasi al raddoppio della storica fabbrica Lamborghini, che vedrà la superficie produttiva passare da 80 a 150 mila metri quadri, con potenziamento di linee di assemblaggio, magazzino e reparti di ricerca e sviluppo. Il tutto per giungere, a partire dal 2018, alla distribuzione a livello globale del nuovo Suv Urus (ma il nome in realtà non è quello definitivo) in circa 3 mila esemplari l'anno. Una produzione che porterebbe al raddoppio degli attuali livelli, ma soprattutto confermando la rinascita di un marchio che - ha ricordato l'ad di Audi Rupert Stadler - "nel 1998, quando lo abbiamo preso, produceva appena 300 vetture l'anno".

De Meo, orgogliosi dei nostri marchi italiani

Per giungere a questo risultato, ha spiegato il ministro Guidi, è servita "la 'customizzazione' di quello che serviva all'azienda", anche in termini di rapporti sindacali. L'obiettivo, sconfiggere la concorrenza della fabbrica slovacca VAG di Bratislava, che già produce altri Suv del gruppo come il Porsche Cayenne, l'Audi Q7 e il Volkswagen Touareg. D'altronde, ha ricordanto la Guidi, "il gruppo Volkswagen ha centinaia di stabilimenti produttivi, ogni volta che parte un nuovo progetto c'è una sorta di competizione per raccogliere questo investimento".

Un anno fa il progetto 'italiano' è apparso in bilico, ma negli ultimi mesi l'impegno del governo, delle amministrazioni locali e dei sindacati sono riusciti a capovolgere la situazione e portare a quello che il ministro dello Sviluppo Economico ha definito "un bellissimo accordo, un segnale che l'Italia può fornire piattaforme produttive competitive in un settore come quello dell'automotive".

Cruciale - nelle parole dei rappresentanti di Audi - il fattore 'passione' che - assieme a incentivi pubblici che potrebbero toccare i 100 milioni di euro - hanno convinto la proprietà tedesca a mantenere tutta la produzione Lamborghini in Italia. Da parte Audi, anche il commento 'italiano' di Luca De Meo, membro del Board per le Vendite e il Marketing di Audi AG, che ha parlato di una azienda "molto orgogliosa delle società italiane che fanno parte del suo gruppo (Audi controlla anche Ducati, ndr)", ricordando che "lo stile Audi è anche quello di dare un contributo alla comunità di cui si fa parte".

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