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Draghi: "Il Qe funziona, se serve lo aumentiamo". La Grecia "Resta nell'Euro"

03 giugno 2015 | 15.05
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La ripresa si rafforza, restano rischi ma sono più bilanciati, spiega il presidente dell'Eurotower in conferenza stampa dopo la decisione del Consiglio di tenere al minimo storico il costo del denaro

I presidente della Bce, Mario Draghi (Afp)
I presidente della Bce, Mario Draghi (Afp)

La ripresa c'è, e "si amplierà" ma "per sfruttare appieno i vantaggi delle nostre misure di politica monetaria, la ripresa in atto dovrebbe essere sostenuta con efficaci politiche strutturali", ovvero dalle riforme necessaria. Nonostante i recenti dati più tranquillizzanti su crescita e inflazione, il presidente della Bce, Mario Draghi, non si è abbandonato di sicuro a toni compiaciuti nella conferenza stampa seguita alla riunione del Consiglio che ha tenuto al minimo storico il costo del denaro.

In particolare, ha ricordato, "per aumentare gli investimenti, promuovere la creazione di posti di lavoro e aumentare la produttività, in diversi paesi serve dare slancio sia all'attuazione delle riforme dei beni e del mercato del lavoro che alle azioni volte a migliorare il contesto imprenditoriale per le imprese".

Le nuove stime in materia di Pil e inflazione sono comunque piuttosto confortanti: gli ultimi dati indicano che "continua una crescita modesta nel secondo trimestre" che permette alla Bce di confermare sostanzialmente le stime, con un Pil dell'Eurozona a +1,5% nel 2015 che salirà il prossimo anno all'1,9% e nel 2017 al 2,0%. Quanto all'inflazione (che - ha osservato Draghi - "ha toccato il fondo all'inizio di quest'anno") le stime per il 2015 sono state rialzate allo 0,3% per un'accelerazione all'1,5% nel 2016 e all'1,8% nel 2017. Questo, fermo restando che sulla crescita economica "restano rischi al ribasso ma sono diventati più bilanciati". "C'e' stata una modesta perdita di slancio nella crescita dell'Eurozona - ha ammesso - ma è dovuta soprattutto a fattori esterni come l'indebolimento delle economie emergenti".

Alla base dell'evoluzione moderatamente positiva anche (ma non solo) gli effetti delle misure non convenzionali varate nell'ultimo anno dalla Bce, la cui efficacia è stata rivendicata da Draghi. Il Quantitative easing - ha osservato - "procede bene" e andrà avanti fino a quando sarà necessario, ovvero fino a quando l'inflazione non tornerà a salire in prossimità del 2%. "Le nostre misure stanno contribuendo alla crescita, contribuendo a migliorare le condizioni di prestiti", aggiunge. Non solo. Il numero della Bce continua a mostrare la massima determinazione possibile in difesa degli obiettivi. Tanto che la Bce è pronta anche ad aumentare l'importo del Qe: se necessario, dice Draghi, "siamo pronti a rivedere" al rialzo il programma.

Ai timori di 'bolle' sui prezzi degli asset legate all'inondazione di liquidità cuasata dal QE, Draghi risponde spiegando che "per il momento la Bce non vede reali rischi per la stabilità finanziaria". Ma, precisa, "se dovessero esserci rischi sul mercato azionario sarebbero contrastati dagli strumenti adeguati, che però non sono cambiamenti della nostra politica monetaria".

Per quanto riguarda gli andamenti della finanza pubblica, il disavanzo pubblico aggregato dell'area dell'euro dovrebbe diminuire gradualmente dal 2,1% del Pil di quest'anno al 1,5% nel 2017. Quanto al rapporto debito pubblico - Pil dovrebbe ridursi gradualmente dal 91,5% del Pil quest'anno al 88,4% nel 2017, ricorda il presidente della Bce. "Le politiche di bilancio dovrebbero sostenere la ripresa economica, pur rimanendo nel rispetto del Patto di stabilità e crescita. La piena attuazione e coerente del patto è fondamentale per la fiducia nel nostro quadro di bilancio", ribadisce.

Data l'assenza di nuove indicazioni di politica monetaria, l'attenzione è stata naturalmente incentrata sulla crisi greca. Draghi annuncia che non andrà aa Bruxelles alla cena organizzata dal presidente della Commissione Juncker, che metterà intorno a un tavolo tutte le parti coinvolte nella crisi greca e quindi evita di commentare gli ultimi sviluppi. "I negoziati vanno avanti" si limita a osservare, ribadendo comunque "che la Bce vuole che la Grecia resti nell'Euro". "Tutte le nostre energie - aggiunge - sono destinate alla definizione di un accordo forte" con Atene, ma - sottolinea - "che sia giusto sul piano sociale e assicuri la sostenibilità fiscale".

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