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Expo: donne di tutto il mondo insieme per abbattere barriere e povertà

25 giugno 2015 | 16.19
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Donne dell'Occidente e donne delle zone più remote del pianeta. Un incontro di culture, esperienze e scorci di vita vissuta in un documentario realizzato dalle donne per le donne che vivono e lavorano nei luoghi più poveri del mondo. In una serata-evento a Cascina Triulza, il prossimo 29 giugno a Expo 2015, scrittrici, giornaliste, film maker e imprenditrici si danno appuntamento per presentare i lavori realizzati durante i loro viaggi in Ecuador, Ciad, Cambogia, Bosnia Erzegovina, Libano, Tanzania e Palestina. Un progetto per conoscere, raccontare e sostenere le donne che lavorano con Oxfam nei contesti rurali più remoti e spesso più poveri.

Condotta da Diamante D’Alessio, direttore di Io Donna, la serata si aprirà con la visione in anteprima assoluta di 'Affamati di spreco' di Maite Carpio, prodotto da Anthos in collaborazione con Oxfam per Rai Cultura, che andrà in onda il prossimo 4 luglio alle 21.30 su Rai Storia, canale 54 del digitale terrestre. Un documentario che racconta la fame in un mondo di abbondanza che spreca e getta nella spazzatura più di un terzo delle risorse alimentari.

Silvia Avallone, Camilla Baresani, Beatrice Masini, Candida Morvillo, Valeria Parrella, Pulsatilla, tra le più conosciute e importanti scrittrici italiane, rievocheranno i viaggi intrapresi l’estate scorsa per dare voce a milioni di donne nel mondo e racconteranno storie di speranza e solidarietà. Durante la serata, verranno inoltre presentati racconti, diari di viaggio, video-interviste e proposte concrete di progetti di sviluppo, legati a un unico filo rosso: le donne e il cibo. "Aver messo insieme tutte queste donne attorno alla tavola apparecchiata da Oxfam in occasione delle Women's Weeks di Expo2015 – spiega Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia – è per noi motivo di grande orgoglio. Ciascuna ha generosamente regalato un pezzo di sé, del suo tempo e del suo lavoro alle donne con le quali lavoriamo nelle regioni più povere del mondo, quelle con meno diritti".

Al centro dei lavori, "abbiamo tenuto il tema del cibo e delle donne che quotidianamente e con fatica lo producono, lo vendono o lo portano in tavola, per ricavarne un reddito. In nome e per conto di una convinzione che ci stringe il cuore e dà slancio ai nostri progetti: si deve partire dalle donne per abbattere le barriere e battere la povertà".

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