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'Rottura' all'Eurogruppo sulla Grecia. Padoan: "No rischio contagio"

27 giugno 2015 | 15.32
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File davanti ai bancomat dopo l'annuncio del referendum sulla proposta dei creditori

L'Euro "è irreversibile", nelle parole di Mario Draghi il 'no' della Bce alla Grexit

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Dall'Eurogruppo nessun passo in avanti. Anzi. Dopo l'uscita dalla Grecia dal tavolo della trattativa l'ipotesi di un default torna ad aleggiare. L'attuale programma di salvataggio, conferma il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, scadrà il 30 giugno insieme a "tutti gli accordi di finanziamento correlati al programma". Atene aveva chiesto ai ministri delle Finanze dell'area euro di estendere il programma per comprendere il referendum del 5 luglio ma la proposta è stata rifiutata.

"La decisione di abbandonare i negoziati non è stata nostra ma della Grecia", spiega Dijsselbloem al termine della riunione a Bruxelles aggiungendo che "i negoziati non erano terminati". Comunque, aggiunge, "la porta resta aperta a ulteriori trattative" con la Grecia e "i creditori sono pronti a fornire assistenza tecnica al sistema bancario greco. Siamo pronti a sostenere la Grecia se e quando ci sarà richiesto, dopo che l'attuale programma sarà scaduto". L'area euro, rileva, "è in una forma decisamente migliore" rispetto agli anni della prima crisi greca, "soprattutto i Paesi membri sotto programma, che hanno fatto impressionanti riforme strutturali e ora sono molto più stabili", ha spiegato. Inoltre "abbiamo molti più strumenti rispetto al passato e le istituzioni saranno pronte a prendere ogni misura, se necessario".

E per ora nessuna nuova riunione in vista dell'Eurogruppo. "Non c'è una data per una nuova riunione dell'Eurogruppo. Seguiremo gli eventi giorno per giorno, faremo un attento monitoraggio e ci riuniremo se necessario", sottolinea Dijsselbloem ribadendo che "il ministro greco Varoufakis è uscito di sua sponte dall'Eurogruppo". Dopo la breve sospensione alle 18, in seguito alla decisione della Grecia di uscire dal tavolo, i ministri si sono riuniti nuovamente per due ore per valutare le conseguenze" del rifiuto di Atene alla proposta dei creditori e "per preparare le azioni necessarie per salvaguardare la stabilità dell'area euro".

Per il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, "il rifiuto dell'Eurogruppo di sostenere la nostra richiesta di estensione del programma per pochi giorni, per permettere ai greci di esprimere il proprio verdetto sulla proposta delle istituzioni", specialmente considerando che probabilmente si sarebbero espressi "a favore", "certamente danneggia la credibilità dell'Eurogruppo come unione democratica di Paesi membri e ho paura che questo danno sarà permanente".

Comunque, ha sottolineato ancora Varoufakis, "il governo è assolutamente determinato a trovare una soluzione" e da qui al 5 luglio, giorno in cui è stato convocato il referendum, "si può continuare a negoziare giorno e notte" per arrivare ad un accordo migliore. L'ultima proposta presentata dai creditori due giorni fa, e che verrà sottoposta al voto dei greci, aggiunge, "non contiene alcun piano per instillare la speranza negli investitori e nei consumatori".

L'Italia, ha tenuto a rassicurare il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è al riparo da eventuali attacchi speculativi contro i titoli di Stato dopo la rottura delle trattative con la Grecia. "Nei prossimi giorni ci potrebbero essere tensioni sui titoli di Stato. Ma -ha spiegato- sono tranquillo per due ragioni: una è che la stabilità di fondo dell'economia italiana si è molto accresciuta e rafforzata e, secondo, cosa che non riguarda l'Italia in particolare, se ci fossero fenomeni di instabilità di breve termine, la Bce ha tutti gli strumenti a disposizione per evitare che questa instabilità diventi eccessiva".

L'uscita della Grecia dall'euro, ha aggiunto ancora Padoan, "non è affatto inevitabile. Atene non è uscita dall'euro, in questo momento c'è una situazione di crisi e ci sono scadenze di pagamento imminenti, che vedremo se si potranno rispettare o meno, ma non c'è nessuna uscita in vista".

Intanto, la Bce annuncia che sta monitorando "da vicino gli sviluppi" della situazione sul dossier greco e molto probabilmente si appresta a prendere delle decisioni prima dell'apertura dei mercati di lunedì. Secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti vicine al dossier, il board della Bce dovrebbe riunirsi domani in teleconferenza. All'Eurotower, infatti, spetta la vigilanza sulle quattro banche principali, quelle che hanno rilevanza sistemica: Alpha Bank, Eurobank, Banca Nazionale di Grecia e Banca del Pireo. Tra le misure possibili, anche la chiusura degli sportelli, dopo la corsa ai bancomat di queste ore, con oltre 700 mln prelevati oggi.

Sul tavolo dell'Eurogruppo di oggi, che è stato convocato in sessione straordinario per tentare di raggiungere un accordo sul piano di rifermo, c'erano le due proposte, quella del governo di Atene e quella dei creditori, ma la decisione del premier Alexis Tsipras di convocare un referendum sulla proposta il prossimo 5 luglio ha sparigliato le carte.

Il presidente dell'Eurogruppo si è detto "negativamente sorpreso" dalla decisione del governo greco di indire un referendum sulla proposta dei creditori sul piano di riforme di Atene.

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