Nei paesi del G20 internet nel 2016 contribuirà a generare fino al 12,4% del pil: in Italia il 3,5% del pil sarà legato alla rete. Ad evidenziarlo è uno studio di Unioncamere citato da Ivan Lo Bello, neo presidente dell'associazione rappresentativa delle Camere di commercio italiane, intervenuto al Seminario estivo di Symbola, in corso a Treia (Mc).
"Abbiamo assistito in questi anni a un vero e proprio tsunami tecnologico che ha profondamente modificato i nostri costumi", ha detto Lo Bello. "Le più recenti indagini mostrano che, nel 2016, il 3,5% del Pil italiano sarà legato a Internet. Non è poco, ma è meno di quanto previsto per altri Paesi europei".
"Questo dipende anche dal fatto che nel nostro sistema produttivo ancora non è ampiamente compresa la straordinaria opportunità legata all'utilizzo delle nuove tecnologie, tanto che, su 10 imprenditori, almeno 4 non sono a conoscenza delle potenzialità offerte dalla promozione dei prodotti sulla rete e dall’esistenza di un sito internet dedicato".
"Le Camere di commercio - ha aggiunto il presidente di Unioncamere - possono e vogliono essere protagoniste di questo cambiamento, affiancando le imprese e accelerandone la digitalizzazione, per rilanciare quel modello economico tutto italiano basato sui territori e sulle eccellenze produttive".
"La nostra, infatti, è una storia di innovazione - il Registro delle imprese lo dimostra - e per questo possiamo diventare la punta avanzata di una pubblica amministrazione 2.0", ha concluso.