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Vaciago, "se Grecia fallisce sarà il fallimento di Bruxelles"

28 giugno 2015 | 15.43
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Se fallisce la Grecia adesso, sarà il fallimento di Bruxelles. Sappiamo tutti che se fallisce la Grecia la colpa è nostra". Così all'Adnkronos Giacomo Vaciago, professore al Dipartimento di Economia e finanza dell'Università Cattolica di Milano, commentando la situazione della Grecia e la decisione del governo greco di indire un referendum per il 5 luglio sulle proposte avanzate dai creditori.

"Scommetto che la maggioranza dei greci -sostiene l'economista- voterà sì al referendum e metterà in difficoltà sia Bruxelles che il Governo di Alexis Tsipras. Poi i greci ce lo rinfacceranno per una generazione. Non sarà più colpa dei loro precedenti governi imbroglioni ma dell'Ue".

Comunque, rileva ancora Vaciago, "se salta la Grecia il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, il direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde ma anche il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese, François Hollande dovranno andare a casa. Sarà difficile dare la colpa solo a Tsipras".

Cinque anni fa, spiega l'economista, "la Grecia stava per fallire ma è stata salvata da un concordato preventivo dell'Fmi, della Commissione Europea e della Bce che a certe condizioni finanziavano la Grecia. Ci sono stati molti errori da tutte le parti. Si è esagerato nelle condizioni ritenendo che il debitore debba pagare anche quando le cose peggiorano. Si è ritenuto che più lo strangoli più è facile che il debitore paghi e quindi si è arrivato così ad una situazione che già un anno fa era insostenibile".

A gennaio, osserva Vaciago, "ha vinto in Grecia una coalizione di estrema sinistra e di estrema destra ed è iniziata la rinegoziazione del patto sottoscritto con i precedenti governi per rendere sostenibile il debito e aiutare il Paese a tornare a crescere". Da quel momento in poi, rileva l'economista, "ci sono stati cinque mesi allucinanti" di trattative: "a nessuno conviene che la Grecia affondi. Non conviene né ai greci né all'Ue. E allora perché continuiamo a farci del male? Eppure abbiamo continuato a farci del male reciprocamente. E ci siamo fatti già male. Basta guardare alla borsa e allo spread di questi ultimi mesi".

Per come si è comportata l'Ue in questi ultimi cinque mesi "meglio uscirne. Abbiamo messo in comune i difetti piuttosto che mettere insieme, come suggerivano i padri fondatori dell'Unione Europea, le nostre virtù".

La Bce, che oggi riunisce un Consiglio dei Governatori straordinario per affrontare il nodo Grecia, "sta imparando a sua volta che è la Banca centrale di un'Unione Europea che non c'è. Abbiamo fatto una moneta di uno Stato che ancora non c'è".

Ora l'Istituto di Francoforte "dovrà decidere. O continuerà ad erogare liquidità alle banche elleniche o deciderà di non farlo più perché le banche greche sono fallite". In questo ultimo caso "la Bce lo doveva già sapere e non avrebbe dovuto continuare a dare liquidità".

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