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Torna la voglia di mare, 1 su 2 sceglie la spiaggia. Parola d'ordine è low cost

11 luglio 2015 | 11.10
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 - INFOPHOTO
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Riesplode la voglia di mare tra gli italiani. Dopo il calo degli ultimi due anni il 2015 segna infatti il grande ritorno della vacanza classica: in 16 milioni opteranno per bagni, relax e tintarella, più di uno su due, il 54% dei viaggiatori di questa estate, il 6% in più rispetto allo scorso anno. Una opzione che sembra penalizzare le altre mete: scende infatti dal 13% all'11% la montagna e si flette dall'8 al 6% la vacanza più tipicamente ecologica, in un parco o in una riserva. Restano invece stabili al 19% le città d'arte e al 3% le mete esotiche. A sondare desideri e programmi degli italiani per queste vacanze, l'indagine di Confesercenti condotta assieme Swg.

Sapore di mare, dunque, alla ricerca soprattutto di tintarella e sole, per il 30% degli intervistati ma anche, per il 26%, di un'aria più salutare rispetto alla cappa cittadina e di una vita a maggiore contatto con la natura e l’ambiente (18%). Una vacanza però all'insegna della pigirizia e del relax: solo l’8%, dicono i dati, sceglie il mare per poter farsi una nuotata. E in questo quadro salgono le quotazioni degli stabilimenti attrezzati; quasi la metà infatti, il 45%, sceglierà la formula lettino e ombrellone contro il 42% del 2014.

Ma sarà anche una vacanza quella 2015 all'insegna del low cost: quasi sei italiani su dieci (59%) infatti, come annota una indagine della Coldiretti/Ixe’, hanno preventivato un budget medio di poco sotto i 500 euro a persona. Se i vacanzieri made in Itali toccano quest'anno quota 30 milioni contestualmente però si registra una flessione della spesa complessiva che scende e raggiunge il valore di 15,1 miliardi tra alloggio, alimentazione, servizi e svaghi. Solo il 33% delle famiglie spenderà tra i 500 ed i mille euro a persona, il 3% tra i mille ed i duemila mentre solo una minoranza del 1% oltre i duemila euro, con il 4% che invece preferisce non rispondere

Spaccata a metà invece l'opinione dei vacanzieri sulla presenza di ambulanti abusivi, croce e delizia di ogni spiaggia italiana: il 50% è infastidito dalla loro presenza, la considera una dimostrazione della mancanza di legalità e di controllo nel nostro Paese (70%), mentre meno di 1 su 5 (il 17%) lo interpreta come un segnale di degrado. L'altro 50% appare più disposto a chiudere un occhio.

Il 13% invece, soprattutto tra i vacanzieri del Nord-est, punta il dito sull’evasione fiscale da parte degli abusivi. Le imprese balneari, dunque, sembrano decise a sfruttare l'onda positiva di questa estate di ripresa: parola d'ordine scelta infatti è 'prezzi stabili'.

La stagione è partita in sordina, ma grazie al caldo è poi andata in crescendo sopratutto per il cosiddetto consumo d’impulso, realizzato dagli italiani in fuga dalle città arroventate per recarsi nelle località di mare più vicine. E gli stabilimenti accolgono ed incoraggiano questa tendenza aumentando i servizi e soprattutto mantenendo fermi i prezzi. La parola d’ordine infatti è: stabilità dei prezzi. Anzi, chi è riuscito ha anche abbassato un po’ le tariffe", commenta Vincenzo Lardinelli, presidente di Fiba, l’associazione che riunisce gli imprenditori balneare di Confesercenti che lamenta sopratutto la "crescente presenza dell’abusivismo lungo i litorali". Un fenomeno che, dice ancora, "continua a sfuggire all’attenzione delle forze dell’ordine, a danno della clientela e del commercio locale”.

Ma al di là della situazione contingente, le imprese balneari continuano ad aspettare una normativa capace di garantire continuità. "Siamo leader mondiali nei servizi di spiaggia ed è necessaria una regolamentazione compatibile con le normative europee, ma capace di salvaguardare questo settore di eccellenza del turismo e dell’economia italiana", conclude.

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