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Fmi rivede rialzo pil Italia: +0,8% in 2015 e +1,3% in 2016

06 ottobre 2015 | 17.09
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Il Fmi rivede al rialzo la stima di crescita per l'Italia, mentre l'economia globale delude sotto il peso del rallentamento dei paesi emergenti. In graduale ripresa invece la zona euro. E' la fotografia scattata dal Fmi nell'ultimo World economic outlook.

Il pil italiano, rispetto all'ultima previsione di luglio, segnerà +0,8% nel 2015 e +1,3% nel 2016, con un a revisione al rialzo dello 0,1% in entrambi gli anni. In calo inoltre la disoccupazione dell'Italia che dovrebbe scendere al 12,2% quest'anno (dopo il 12,7% del 2014) per poi calare ulteriormente all'11,9% il prossimo. E sul fronte dei conti pubblici, il deficit-pil dovrebbe scendere dal 2,7% nel 2015, al 2% nel 2016 allo 0,2% nel 2020, mentre il debito pubblico dovrebbe cominciare a calare dal 133,1% di quest'anno, al 132,3% l'anno prossimo, al 123% nel 2020. Il tutto in una zone euro in graduale ripresa: +1,5% nel 2015 e dell'1,6% nel 2016.

Nubi invece sull'economia mondiale, tra ribassi del greggio e instabilità politica. Il Fmi ha infatti tagliato le previsioni sul pil a +3,1% dopo il 3,4% del 2014, per poi tornare a salire nel 2016 al 3,6%. "Questo declino riflette un ulteriore rallentamento delle economie emergenti, e in parte la modesta ripresa dell'attività economica nelle economie avanzate, in particolare la zone euro", si legge nel Weo del Fondo. "Il rialzo sostenuto dal calo dei prezzi energetici e da politiche monetarie accomodanti ridurrà in modo modesto l'output gap", si aggiunge.

"Sei anni dopo l'uscita dalla più profonda recessione del dopoguerra, il ritorno a un'espansione globale robusta e sincronizzata ancora non c'è", afferma Maurice Obstfeld, il nuovo capo economista dell'Fmi al posto di Olivier Blanchard, commentando le nuove stime. A pesare il trend calante dei prezzi delle materie prime che "sta avendo effetti drammatici nelle economie emergenti e i paesi esportatori in via di sviluppo", aggiunge. Ma a gravare sulla ripresa anche "l'instabilità politica e un aumento del debito", aggiunge. In rallentamento la Cina da più del 7% verso il 6%, crescita negativa per Russia e il Brasile. In generale le economie emergenti dovrebbero chiudere il 2015 con un pil al +4% per poi risalire a +4,5% nel 2016.

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