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Sindacati: "Sì a confronto su contratti ma tavolo doppio, rinnovi e riforma"

07 ottobre 2015 | 19.51
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FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO - INFOPHOTO
FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO - INFOPHOTO

Non si sentono responsabili della rottura delle trattative annunciata da Confindustria e rilanciano una proposta che ora è formalmente unitaria: sì al confronto con viale dell'Astronomia ma contestualmente all'apertura effettiva dei rinnovi contrattuali di categoria. 'Tavoli doppi' da far viaggiare in parallelo, con cui dare risposte ai 7 milioni di lavoratori in attesa e contemporaneamente ridisegnare le regole del gioco. I leader di Cgil, Cisl e Uil provano così, al termine di un vertice sindacale nel pomeriggio, ad uscire dall'angolo in cui li ha stretti Confindustria che tirandosi indietro da un negoziato, di fatto mai iniziato, ha spianato la strada ad un intervento del governo sul salario minimo per legge. E a breve dovrebbe arrivare anche una 'piattaforma' unitaria sul modello contrattuale da portare al tavolo. Confronto dunque ancora praticabile per i sindacati che restano freddi e ironici davanti alle accuse rivolte ieri dal leader degli industriali Giorgio Squinzi. "Ha fatto tutto da solo. Ha aperto da solo il confronto e da solo lo ha chiuso”, dicono pressoché all'unisono i sindacati, anche se con sfumature diverse, sollecitando viale dell'Astronomia a mettere le carte sul tavolo, anzi sui tavoli; non solo la proposta di riforma del contratto mai ufficializzata ma anche quel decalogo-guida sui rinnovi contrattuali, annunciato sempre ieri, e guardato con diffidenza sopratutto dalla Cgil.

Il punto infatti è che, come ripetuto ancora oggi da Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo, Confindustria deve fornire un segnale inequivocabile sull'effettiva volontà di aprire e portare a compimento i rinnovi contrattuali perché la crisi morde ancora e i salari hanno bisogno di ossigeno. Segnali però che al momento latitano. ''Si discuta ai tavoli contrattuali perché i contratti vanno rinnovati e quelli sono i luoghi deputati a parlare, è in quella sede che si renderà esplicito qual è la strategia vera di Confindustria'. Ci sono scadenze ufficiali, si rispettino le date. Poi viale dell'Astronomia ci ripensa sul tavolo di riforma? Noi continuiamo a essere pronti a discutere ma i segnali che arrivano sono contraddittori: il decalogo inviato alle categorie per i rinnovi sono tutto tranne che libertà delle parti a negoziare'', dice Camusso che chiede a Confindustria di rendere il documento ufficiale.

Le dichiarazioni di Squinzi appaiono comunque alla Cgil “davvero stranianti”. “Come dire che non gioca perché gli hanno portato via il pallone. Uno strano modo davvero di intendere un negoziato'', ironizza ribadendo le critiche alla volontà di Confindustria di voler in realtà solo abbassare i salari. “Non c'è una idea innovativa, siamo ai primi del Novecento se non all'Ottocento. E' Confindustria che ha paura di cambiamenti e innovazione riproponendo la discussione di tesi antiche”, dice ancora portando ad esempio le richieste degli industriali sul fisco. “''C'è molta miopia a chiedere altri interventi fiscali sapendo che nulla avrà effetto sulla condizione dei lavoratori'', aggiunge Camusso.

Toni più soft nella forma ma non nella sostanza da parte della Cisl di Anna Maria Furlan. “Credo che la trattativa vada ripresa usando il buon senso: Cgil, Cisl, Uil e Confindustria intorno a un tavolo con uno sforzo per definire il nuovo modello contrattuale e le nuove linee di relazioni industriali perchè il contratto nazionale si difende cambiando il modello non aprendo praterie sul salario minimo'', dice sollecitando le parti sociali a “non sottrarsi ad una responsabilità che gli arriva dal rappresentare i lavoratori". "E siccome non siamo a chi la spara più grossa o a chi butta il cappello più in alto – conclude- diciamo che da subito serve un confronto serio. È troppo facile, troppo facile rimuovere il tema e affidarlo a terzi", dice ancora all'indirizzo di Squinzi.

Anche la Uil confida in una ripresa del tavolo di confronto ma, avverte, Barbagallo, “Confindustria non si aspetti sconti perchè dobbiamo rispondere a 7 mln di lavoratori che attendono il rinnovo del contratto'. Spero che domani Squinzi si risvegli e dica riprendiamo la discussione e noi saremo contenti ma non perda tempo che ne ha già perso tanto prima; sui rinnovi servono segnali inequivocabili”, conclude.

Intanto il governo prosegue nella sua politica di stop and go. Dopo le parole dei giorni scorsi del responsabile economico del Pd che rinnovava a Cgil, Cisl e Uil il monito ad un intervento del governo in assenza di un accordo con Confindustria, oggi è il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti a prospettare tempi di un po' più lunghi. “Noi continuiamo ad auguraci che trovino una strada per affrontare il tema della riforma della contrattazione", ha auspicato ribadendo come in mancanza di una intesa il governo comunque “si assumerà la responsabilità di prendere una posizione" anche se, ha concluso, "in questo momento credo che sia ancora da auspicare il fatto che le parti facciano" quello che compete loro, trovare una strada".

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