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Rinnovo contratto chimici, sindacati in guardia: "Fare presto e bene"

13 ottobre 2015 | 18.57
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Rinnovo contratto chimici, sindacati in guardia:

Guardia alta per i sindacati chimici di Cgil Cisl e Uil che domani, unitariamente, avvieranno il negoziato per il rinnovo del contratto degli oltre 170 mila lavoratori del settore. La trattativa, infatti, si apre in una fase delicata per il Paese ma soprattutto in un momento in cui i rapporti tra i sindacati confederali, Confindustria e governo, sono ai minimi storici. La mancata partenza, per ora, del tavolo di confronto sulla riforma del modello contrattuale appesantisce il clima e sul rinnovo del contratto si gioca una partita che va oltre il semplice negoziato; sarà in quella sede, infatti, che si capirà come sindacati e industriali riusciranno a coniugare, al di là di ogni riforma, la tutela dei salari con quella 'produttività' invocata a gran voce da viale dell'Astronomia e dal governo. Sul tavolo Filctem, Femca e Uiltec mettono una richiesta di aumento in busta paga per il triennio 2016-2018 di 123 euro medi.

"Se fallisce il contratto dei chimici ci saranno davvero poche speranze di poter fare un accordo sulla riforma del contratto", ammonisce all'indirizzo di Federchimica, Farmindustria e di Confindustria, il segretario dei chimici della Cgil, Emilio Miceli, che, conversando con l'Adnkronos, chiama tutti "alla responsabilità" per un negoziato che vada "fino in fondo, presto e bene". Confindustria infatti, aggiunge, "farebbe bene a riflettere sul fatto che senza un rinnovo del contratto sarebbe complicato far sedere qualcuno attorno ad un tavolo" nè viale dell'Astronomia farebbe bene a "illudersi" che un intervento tempestivo del premier Renzi sul salario minimo legale "renderebbe più agevole alle imprese governare con tranquillità le fabbriche", dice ancora.

Via dunque ad un confronto vero "perché un accordo non è quello che si scrive sotto dettatura ma quello che nasce dall'ascolto e dal negoziato come insegna ogni manuale del buon contrattualista". Agguerrita anche la Uiltec che avverte gli industriali: nessuna melina se non si vogliono inasprire i rapporti. "Speriamo di trovare una controparte che capisca l'esigenza di fare presto e bene. Anche noi non vogliamo un autunno caldo: chiudiamo quindi il contratto rapidamente. Fare melina su questo come su altri contratti in dirittura d'arrivo inasprirebbe i rapporti e favorirebbe quel disegno politico che intende trasformare il salario in una variabile reddituale del profitto", aggiunge il leader Paolo Pirani. Una chiusura in tempi brevi del rinnovo dunque "potrà essere un buon viatico alla riforma del modello contrattuale". Un viatico appunto perchè, spiega, "il tavolo su cui si misura e si determineranno i cambiamenti contrattuali è solo quello del rinnovo".

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